Napoli, Cgil in piazza: «L’autonomia differenziata un errore e un orrore»
La manifestazione Contro «la secessione dei ricchi» il sindacato, associazioni e cooperative. Ricci: «Il ministro Calderoli e il governo puntano a stravolgere le regole fiscali. La Lombardia può contare su 70 miliardi da Iva, Irpef e Ires; Veneto ed Emilia Romagna 30. Se va avanti il principio che il 90% di queste risorse rimangono nelle singole regioni, le disuguaglianze aumenteranno»
La manifestazione Contro «la secessione dei ricchi» il sindacato, associazioni e cooperative. Ricci: «Il ministro Calderoli e il governo puntano a stravolgere le regole fiscali. La Lombardia può contare su 70 miliardi da Iva, Irpef e Ires; Veneto ed Emilia Romagna 30. Se va avanti il principio che il 90% di queste risorse rimangono nelle singole regioni, le disuguaglianze aumenteranno»
«Una e indivisibile» il titolo della manifestazione organizzata ieri pomeriggio a Napoli dalla Cgil cittadina e campana con Fp Cgil, Udu, Arci, Legambiente, Libera, Anpi, Legacoop, associazione e cooperative come Less, Medicina Democratica, Dedalus, Figli in famiglia, Fondazione Famiglia di Maria, MaiPiùAmianto, Cidis, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale. Oggetto del dibattito il contrasto all’autonomia differenziata che il governo, soprattutto la Lega, continua a spingere.
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La manifestazione dei sindaci a Napoli: «Il ddl Calderoli va ritirato»E ancora: «Il ministro Calderoli e il governo puntano a stravolgere le regole fiscali. La Lombardia può contare su 70 miliardi da Iva, Irpef e Ires. Se va avanti il principio che il 90% di queste risorse rimangono nelle singole regioni, le disuguaglianze aumenteranno. La Campania ha appena 18 miliardi di entrate fiscali mentre Emilia-Romagna e Veneto ne hanno 30. Si rischia di depotenziare la sanità pubblica, di regionalizzare la pubblica istruzione, di peggiorare la condizione materiale delle persone».
Altro tema critico la scuola: «Il ministro Valditara ha deciso che, a fronte di grandi città in cui ci sono meno bambini che vanno a scuola, la soluzione non è combattere la dispersione ma procedere con il dimensionamento». In Campania saranno accorpati 150 istituti scolastici, con la riduzione di almeno altrettanti dirigenti, 150 direttori amministrativi più circa 500 unità di personale Ata. La maggior parte delle fusioni (70%) si concentrerà nel Mezzogiorno, in particolare in Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna.
Se lo scrittore Maurizio de Giovanni si è chiesto perché non ci sono le masse di cittadini a reclamare diritti e contrastare il progetto di autonomia differenziata, il giornalista Marco Esposito ha replicato alle critiche del ministro, indirizzate a chi si oppone alla «secessione» dei ricchi: «Calderoli dice che al Sud non capiamo mentre a suo dire l’autonomia è una cosa bellissima perché è scritta nella Costituzione. Dice che non abbiamo letto le carte. Non le abbiamo lette tutte perché segrete ma alcune sì. Vogliono fare qualcosa di inqualificabile, un errore e un orrore».
Il tema sono i fondi: «La Lega attacca il Mezzogiorno: troppi soldi al Sud e spesi male – prosegue Esposito -. La Lombardia ha approvato in consiglio “un sacro principio” (così è scritto): i soldi prodotti da un territorio restino al territorio che li ha generati. Ma le tasse non si pagano in base al feudo ma alle norme del parlamento: Iva, Irperf per i servizi vanno nel salvadanaio comune, sono soldi degli italiani e non del territorio più ricco. Vogliono scrivere una regola in base alla quale se vivi in un posto con più ricchi hai diritto a più fabbisogni essenziali. Del resto è quanto previsto nelle intese firmate dal governo Gentiloni nel 2018 con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna: misurare i fabbisogni, servizio per servizio, in base a popolazione e gettito fiscale di imposte nazionali riferite al territorio. I contribuenti maschi hanno stipendi più alti, hanno più diritti delle donne oppure vanno abbattute le differenze di genere?».
Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil: «Una e indivisibile lo dice l’articolo 5 della Costituzione. Applicare la Carta significa uguaglianza, salute, scuola, diritti per tutti». Stamattina la consegna al Senato delle firme necessarie per presentare la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare che punta a modificare gli articoli 116 e 117 della Costituzione per bloccare il progetto Calderoli: servivano 50mila firme ne sono state raccolte più del doppio.
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