Non chiamatelo raptus. Non si tratta di un atto improvviso di follia, un momento in cui si è incapaci di comprendere che si sta togliendo la vita a una persona. Ogni femminicidio è premeditato, programmato nei minimi particolari e soprattutto, spiega un dossier del Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale, anticipato da atti violenti, reati «spia» che dovrebbero suonare come altrettanti campanelli di allarme: atti persecutori, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenze sessuali ma anche psicologiche o economiche. Un crescendo che troppo spesso culmina in tragedia. Solo nei primi due mesi di quest’anno, secondo i dati del Servizio analisi criminale...