Michael Marmarinos dal 2020 è direttore artistico di Eleusi 2023 Capitale Europea della Cultura e a differenza di altri direttori il suo background è più teatrale che manageriale. Tante infatti le messinscene e tanti gli spettacoli che lo hanno visto impegnato come regista e attore, attraversando testi classici (Sofocle, Eschilo, Shakespeare, Euripide, Aristofane, Racine, Molière) e contemporanei (Botho Strauss, Heiner Müller, Tennessee Williams, Dimitris Dimitriadis) con tournée in Austria, Belgio, Cina, Francia, Georgia, Germania, Olanda, Giappone, Corea, Polonia, Russia, Serbia, Spagna, Svizzera, Venezuela.
In Italia nel 2002 incontrò la indimenticata Barbara Nativi e il suo festival Intercity portando Inno nazionale-Un teorema per la coralità.

Gli studi di neurologia e bioenergetica influenzano la sua visione di teatro come linguaggio che dà voce ai conflitti interiori dell’essere umano così come il fascino esercitato da Joseph Beuys lo porta a condividere il concetto di scultura sociale, ovvero la capacità dell’arte di trasformare le città. Ed Eleusi per Marmarinos non è altro che il teatro della sua storia, una storia materiale, visibile e invisibile allo stesso tempo. Dove le memorie del passato si fondono con le mitologie industriali della contemporaneità. «È come se sentissi nel mio corpo un seme che vuole germogliare. Idratiamo il terreno, innaffiamo il seme per aiutarlo a emergere e fiorire»

Perché Eleusi è stata scelta come capitale europea della cultura?
Guarda, proprio di fronte a noi c’è l’isola di Salamina, la patria di Aiace. E questa terra, qui, è il luogo dove nacque Eschilo, la terra dei Misteri Eleusini. Eleusi, insieme ad Atene, Delfi, Olimpia e l’isola di Delo erano le cinque città sacre dell’antichità. Qui gli Ateniesi, attraverso l’antica Via Sacra – che ancora oggi è chiamata così e ancora oggi utilizzata – venivano per «incontrare» le cerimonie di Demetra e di sua figlia, Persefone, attraverso le quali imparavano a gestire il ciclo della vita e della morte. Nei pressi del porto invece si possono vedere le ciminiere e gli scheletri di molte industrie nate e sviluppatesi alla fine del XIX secolo. La Commissione di valutazione delle Capitali Europee della Cultura ha visto in Eleusi le potenzialità e la molteplicità dei tratti distintivi di questa città, nonché la possibilità della sua transizione attraverso un modello di sviluppo alternativo. Ha un patrimonio culturale e marittimo unico e anche un patrimonio speciale di archeologia industriale. Inoltre, la città di Eleusi, per quasi un secolo è stata un centro di migrazioni interne per le opportunità di lavoro in ambito industriale, un punto di riferimento dei movimenti sindacali, un luogo dove si sono avviati importanti dibattiti sulle tematiche ambientali e della sostenibilità. Sarebbe stato impossibile per la Commissione europea trovare un «esempio» così unico come modello per affrontare temi così multidimensionali. Pertanto, la scelta della città di Eleusi come Capitale Europea della Cultura per il 2023 funge da modello di studio/caso di studio per l’emergenza, lo sviluppo e la sostenibilità dell’economia materiale e immateriale di una città attraverso l’intervento di arte, cultura e ricerca.

Attorno ai misteri eleusini si è formato un immaginario, una cultura, un codice interpretativo. Come tutto ciò entra nella visione e nella missione di Eleusi capitale della cultura?
La visione e la programmazione artistica sono indissolubilmente legate alla storia di Eleusi. Il titolo del progetto Mysteries of Transition emerge e si ispira ovviamente ai Misteri di Eleusi sottolineando l’importanza del concept che è alla base del progetto. Ogni creazione comporta una piccola iniziazione. Ciascuno dei progetti di Eleusi 2023 è parte vitale della mappa concettuale e dell’esperienza del programma artistico. Ogni progetto è semplicemente codificato con la parola Mistero e contrassegnato da un numero, creando così un legame interno che collega fra di loro le opere presentate e permeando i tre assi del programma: Persone-Società, Lavoro, Ambiente. C’è una visione comune e una base concettuale per la pianificazione e l’attuazione dei progetti. Tra l’altro, due nozioni che fungono da pilastri del concept generale sono le processioni e l’idea di verticalità, nozioni che diventeranno estremamente visibili durante la cerimonia di apertura e per tutto l’anno del titolo.

Come vengono coinvolti i cittadini nei programmi che andate a realizzare?
Ad Eleusi, oltre agli autoctoni, molti sono migranti interni, molti sono venuti dal Mar Nero, dall’Asia Minore, da remote regioni della Grecia ma anche dal Pakistan e altri Paesi (di recente anche dall’Ucraina), per lavorare principalmente nelle fabbriche. È una città multistrato, una sacca di comunità e culture e, in un certo senso, un riferimento informale delle migrazioni. Questa è, in fondo, la storia contemporanea di questa città. Gli Eleusini amano la loro città, ne sono orgogliosi. Il titolo di Capitale Europea della Cultura, come ovunque, ha sostenitori, oppositori e persone che restano indifferenti. Ma cerchiamo di includerli tutti. La partecipazione della gente della città alla creazione e pianificazione dei progetti è uno degli obiettivi più importanti di Eleusi 2023. Migliorare la partecipazione dei cittadini, oltre che consentire il collegamento in rete dei residenti e delle associazioni di residenti, è un obiettivo chiave di tutte le nostre iniziative, quando possibile. Una parte importante del programma è la promozione della comunicazione tra i cittadini europei e lo scambio di conoscenze ed esperienze. Senza dimenticare che uno dei tre assi del programma è Persone-Società.

Il claim della vostra candidatura è stato «Misteries of transition». Come pensate di realizzare la transizione a un nuovo modello di sviluppo?
L’arte come la scienza sono strumenti per rivelare il presente e molto spesso per esplorare il futuro. La storia delle Capitali europee della cultura iniziata con Melina Mercouri e Jacques Lang è la storia dell’investimento dell’Unione Europea nel dialogo e nella comprensione reciproca dei suoi cittadini, ma anche nella trasformazione delle città selezionate attraverso l’arte e la cultura. L’arte e la cultura sono attività profonde, unificanti, inclusive dello spirito umano. Laddove le politiche aggressive spesso falliscono, l’arte mette in luce le affinità più profonde in un modo che ci eccita e ci avvicina. Ci rivela il valore dell’altro, dello straniero, del terzo, dello sguardo inaspettato. E qui nella città di Eleusi molte persone – artisti, staff, curatori, il Comune, le agenzie – ci hanno creduto e ci credono ancora. Attraverso l’attivazione di tutto ciò, attraverso progetti nel cuore della città, della sua comunità e degli artisti, Eleusi 2023 tenta di passare a un modello di sviluppo incentrato sulle sue dinamiche culturali, con un’ampia gamma di progetti complessi e multidisciplinari, conferenze, iniziative nel campo della istruzione e del patrimonio, ma anche delle infrastrutture, dell’ambiente e della convivenza.

Cosa può trasmettere il teatro greco classico alle persone e agli artisti del XXI secolo?
Nel dramma greco antico ci sono due strutture fondamentali, quella del messaggero – che raccontava al presente qualcosa che era accaduto altrove, in un altro tempo della storia – e quella del Coro – intendendo persone che vivono una condizione comune: una riflessione sulle domande della società – puro derivato della democrazia e del libero pensiero. Il Coro è una struttura mitica (che significa sia qualcosa in vita, attuale che qualcosa di moderno), capace di produrre teatro, danza, testo, happening, installazione e musica. Allo stesso tempo, è anche un richiamo alle origini e alle fonti dell’arte contemporanea. Eleusi è un’opera d’arte informale con molte voci come un coro della democrazia. L’arte plasma lo Stato. Come puoi vedere il concetto di scultura sociale è visibile in molteplici modi.