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Minutolo: «Depuratori vecchi, governo immobile»

Minutolo: «Depuratori vecchi, governo immobile»Goletta Verde

Intervista Il responsabile scientifico di Legambiente: «L'Italia ha 4 procedure per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue. Le prime tre sono sfociate in condanne, la prima in sanzione. Abbiamo già pagato 142 milioni di euro»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 12 agosto 2023

«I dati di quest’anno di Goletta Verde e Goletta dei Laghi sono in linea con quelli degli anni scorsi: l’inquinamento delle foci dei fiumi, che poi si propaga anche a mare, è dovuto a una cattiva o assente depurazione» spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.

Cosa dicono i dati?
L’analisi che facciamo mira a individuare due parametri specifici, che sono dei marker della cattiva depurazione: gli enterococchi intestinali e l’escherichia coli. L’Italia, pur godendo di una qualità delle acque ottima, da questo punto di vista ha un problema cronico distribuito presso i punti critici in maniera abbastanza capillare. Un problema che ci portiamo dietro da ormai parecchi decenni e che ha portato alle quattro procedure di infrazione che l’Italia ha a suo carico da parte dell’Europa. Occorre risolvere due aspetti: gli sversamenti illegali nei corsi d’acqua; la scarsa efficienza dei depuratori laddove funzionano male. Immaginiamo, ad esempio, località costiere che sono abitate da poche migliaia di persone che diventano cinque, dieci volte di più d’estate. Gli impianti di depurazione sono vecchi, non progettati per quel surplus di abitanti e quindi la depurazione finisce per funzionare male.

Quanto ci costano le procedure Ue?
Ad oggi sono quattro per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue (91/271/Cee). L’ultima (2017/2181) è ancora in fase di istruttoria, le prime tre sono già sfociate in sentenza di condanna e in particolare la prima, risalente al 2004, è giunta fino alla sanzione. Abbiamo già pagato oltre 142 milioni di euro. Se anche per le altre tre si arrivasse alla multa si potrebbe toccare facilmente il miliardo. Il sistema europeo comporta che si versa all’inizio una cifra una tantum e poi, in base alla proporzione del problema, si paga un tot al giorno fino a quando tutti gli agglomerati fuori norma non rientrano nei parametri.

Manca il commissario per la depurazione, perché è grave il ritardo del governo?
Per fronteggiare le procedure di infrazione, nel 2017 è stato istituito un Commissario unico per eseguire gli interventi necessari a rientrare nei limiti: sostanzialmente, fare la progettazione ed eseguire i lavori per mettere a norma i depuratori non funzionanti e quindi, via via, fare le comunicazione all’Ue in modo da ridurre progressivamente la multa. La struttura stava dando i suoi frutti ma il mandato del commissario Maurizio Giugni è scaduto a maggio e non è stato ancora sostituito. Questo periodo di stallo potrebbe bloccare quello che già era stato avviato, ogni giorno ci costa decine di migliaia di euro. Sicilia, Calabria e Campania sono le regioni che stanno messe peggio: gli agglomerati fuori fuorilegge rappresentano da soli più del 60% di quelli in procedura di infrazione.

L’Italia è in ritardo anche sulla creazione delle aree marine protette.
È il miglior modo per tutelare il mare. Garantiscono la protezione degli ecosistemi e di conseguenza anche la loro fruibilità e la sostenibilità. Ci sono iter molto lunghi che potrebbero essere snelliti. Naturalmente ci sono interessi economici che ne rallentano la creazione: la loro istituzione comporta limiti alle attività turistiche e di diporto, balneari, commerciali, infrastrutturali, alla pesca. Significa però fermare il consumo di suolo, tutelare i fondali e le specie che popolano i mari.

Stiamo mettendo a rischio la biodiversità?
Il mondo è un ecosistema. Le aree marine protette, dove pure non si può pescare, tutelano la fauna marina e questo fa aumentare il pescato dove è possibile svolgere l’attività. Gli squilibri, invece, innescano un effetto a catena che danneggia anche chi svolge attività economiche. Frenare il cemento e l’inquinamento tutela salute, ambiente e paesaggio conservando l’attrattività delle nostre coste.

Il cambiamento climatico che effetti ha sui nostri mari?
L’innalzamento delle temperature medie del mare provoca maggiore precipitazione di calcio, salinità e disponibilità di ossigeno differenti così si diffondono specie più adatte a queste condizioni, specie definite aliene invadono nuovi territori. Uno squilibrio ambientale notevole. Non scordiamoci poi che una massa di acqua come il Mediterraneo, con un luglio di caldo record, produce un’elevata evaporazione. Quando arriveranno le correnti fredde si scateneranno temporali violenti e improvvisi. Un effetto a catena figlio della crisi climatica.

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