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Minneapolis, un altro ragazzo afroamericano assassinato dalla polizia

Minneapolis, un altro ragazzo afroamericano assassinato dalla poliziaUn fotogramma del video della body cam di uno degli agenti di Minneapolis – Ap

Stati uniti Amir Locke, 22 anni, stava dormendo sul divano quando gli agenti sono entrati

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 6 febbraio 2022

«Come nel caso di Breonna Taylor (uccisa in casa sua, in Kentucky, da tre agenti di polizia nel maggio 2020, ndr), il tragico omicidio di Amir Locke evidenzia come i no-knock warrants (i mandati di perquisizione eseguiti dalla polizia senza palesare la propria presenza prima di entrare, ndr) abbiano conseguenze letali per gli americani neri», ha detto durante una conferenza stampa Ben Crump, avvocato per i diritti civili che rappresenta la famiglia della vittima: un 22enne afroamericano ucciso mercoledì da un poliziotto di Minneapolis, Mark Hanneman, che insieme a dei colleghi aveva fatto irruzione nella casa dove si trovava il ragazzo – raggiunto da tre colpi di pistola mentre cercava di alzarsi dal divano su cui era steso. «Questo è un ulteriore esempio del perché dobbiamo mettere fine a questo genere di mandati di perquisizione, di modo che un giorno gli americani neri siano in grado di dormire al sicuro la notte nei loro letti», ha aggiunto Crump, che ha anche rappresentato la famiglia di George Floyd – lui pure assassinato a Minneapolis.

Dopo l’omicidio – o meglio «l’esecuzione» come la ha definita la madre di Locke Karen Wells – la capa della polizia di Minneapolis (dipartimento sul quale dall’anno scorso pende un’indagine del dipartimento di Giustizia) Amelia Huffman aveva sostenuto che i poliziotti avessero annunciato la loro presenza prima di fare irruzione nell’appartamento. Ma la pubblicazione, venerdì, del video registrato dalla body cam di uno degli agenti la smentisce: nelle immagini si vedono i poliziotti dichiarare la propria presenza e urlare di mettersi a terra («get on the fucking ground») solo dopo essere entrati. Si vede poi Locke, sdraiato sul divano sotto una coperta, mentre guarda gli agenti, appena sveglio. Quando nella sua mano appare una pistola – puntata verso il basso, a differenza anche in questo caso di quanto dichiarato da Huffman – viene immediatamente raggiunto da tre colpi di arma da fuoco.

Il nome di Locke, è emerso in seguito, non appariva neanche nel mandato: non era interessato dall’indagine in corso.
Contro il poliziotto che ha sparato, Hanneman (ora come da routine sospeso in attesa della conclusione dell’indagine) sono stati fatti nel corso degli anni 3 reclami, tutti conclusi senza conseguenze disciplinari.
Dopo l’omicidio di Locke il sindaco di Minneapolis Jacob Frey ha annunciato una moratoria dall’effetto immediato sui no-knock warrants. La sua conferenza stampa insieme a Huffman è stata però interrotta dalla legale per i diritti civili Nekima Levy Armstrong, che li ha accusati dell’ennesimo insabbiamento dei crimini della polizia.
«Mio figlio è stato giustiziato il 2 febbraio del 2022 – ha detto Wells – e ora tutti i suoi sogni sono stati distrutti».

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