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Milano, nuovi sgomberi e nuove resistenze

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Casa I Comitati per la casa si preparano a contrastare l'ennesima e consueta ondata di sgomberi (l'anno scorso sono stati circa cinquecento). Intanto ieri, grazie alla presenza di un gruppo di ragazzi solidali del Comitato di San Siro, è stato rinviato lo sgombero di Hansa, una donna marocchina di 51 anni in precarie condizioni di salute

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 13 gennaio 2015

Non per strumentalizzare, ma forse non è un caso se per dare concretezza a un briciolo di libertà, uguaglianza e fratellanza bisogna andare in via degli Umiliati, la mattina presto. Non è una battuta, è una periferia di Milano, un altro cuore dell’Europa. Ci abita Hansa, una donna marocchina di 51 anni. Ieri ha ricevuto la visita dell’ufficiale giudiziario, accompagnato dalla Digos.

 

Alla fine l’ha spuntata un’altra volta e allora si è fatta fotografare con un foglietto in mano. Quella foto è una piccola grande vittoria del Comitato abitanti di San Siro che è riuscito ad impedire un altro sfratto per morosità incolpevole: Hansa fa la badante, le è stato riconosciuto il 40% di invalidità e non riesce a pagare un affitto di 550 euro al mese, per una casa aggredita dalle muffe. Sul foglietto c’è un’altra data (3 marzo, un po’ di respiro) e una scritta a penna in stampatello: “Ultimo rinvio”. Anche i ragazzi e le ragazze che sono andati a trovarla sono soddisfatti: “Hansa non esce grazie alle decine di solidali che dalle 8 hanno presidiato casa sua. La solidarietà è un’arma. Usiamola. Basta case senza persone e persone senza casa”. Non ci sono stati scontri, solo un ragionevole rinvio.

 

Il questore Luigi Savina, dopo i ripetuti scontri dello scorso novembre, rivolgendosi ai politici aveva detto che l’emergenza abitativa era un problema sociale che non poteva essere affrontato a colpi di manganello. “Abbiamo invitato Aler e Comune ad andare incontro alla richiesta di alloggi, perché quello della casa non può diventare un problema di ordine pubblico”. Però nel 2014 circa cinquecento famiglie sono state sbattute in mezzo alla strada e solo grazie alla resistenza di comitati ed inquilini quest’inverno l’emergenza è rimbalzata sulle prime pagine dei quotidiani. Poi il silenzio, anche se gli sgomberi sono continuati anche durante le feste natalizie.

 

E continueranno sempre di più: nel decreto “Milleproroghe” di fine anno il governo non ha confermato il blocco degli sfratti, una “dimenticanza” che rischia di rovinare la vita a decine di migliaia di persone in tutta Italia. Il calendario di gennaio del Comitato inquilini di San Siro, intanto, è già pieno di appuntamenti. Le chiamano “colazioni antisgombero”. Ci si alza presto. La prossima sarà lunedì 19 gennaio in via Monte Palombino, un’altra periferia: questa volta la polizia cercherà di cacciare da casa Mustafà. E non è un caso se le altre persone che nei prossimi giorni rischieranno la strada si chiamano Habdelsamad, Atika, Hayane, Elgarbi e Hafida. Sono i nostri vicini di casa stranieri, persone con cui l’Europa, proprio in queste ore, ci ha invitato a fraternizzare.

 

Sul sito del centro sociale Il Cantiere, che appoggia i comitati di San Siro, oggi si legge una considerazione che qualcuno finge di interpretare come un atto di ostilità destinato ad alimentare “tensioni”. Scrivono: “Ma alla solitudine e alla disperazione che possono cogliere chi si ritrova in pochi anni a non avere più alcuna certezza, c’è un’alternativa: la solidarietà, il mutuo soccorso, la lotta dal basso per la casa e per il diritto ad un abitare degno. All’assessore alla Casa del Comune di Milano, che insieme agli assessori di Napoli e Roma ha preso parola in questi giorni chiedendo al governo il blocco degli sfratti, rivolgiamo l’invito a passare dalle parole ai fatti”.

 

Tanto per cominciare, spiega Matteo dell’Associazione inquilini abitanti (Asia), “il Comune prima di effettuare altri sgomberi potrebbe finalmente avviare quella commissione votata due anni fa, e mai partita, che avrebbe dovuto valutare caso per caso la situazione di tutti gli inquilini che occupano le case popolari”.

 

Del resto non c’è alcuna emergenza, semplicemente perché la situazione è nota da decenni. Il che è ancora peggio. A Milano le occupazioni abusive sono poco meno di 5 mila, e quasi l’80% sono considerate “storiche”. In più ci sono 23.500 famiglie che stanno aspettando un alloggio popolare, mentre 1.000 possono essere sgomberate da un giorno all’altro per morosità. Ma il dato più clamoroso è un altro: mentre quotidianamente ci sono persone che vengono sbattute in mezzo alla strada, Regione (Aler) e Comune (MM) a Milano hanno a disposizione più di 8 mila alloggi vuoti.

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