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Milano-Cortina 2026, la Corte dei Conti del Veneto: la fondazione opera in deficit

Milano-Cortina 2026, la Corte dei Conti del Veneto: la fondazione opera in deficitCortina, la pista da bob

Il decreto diventa legge I giudici contabili non ravvisano miglioramenti dal business plan 2024-2026. Nel dl Ricostruzione lo scudo penale alla Fondazione

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 6 agosto 2024

Mentre a Parigi si gareggia per le Olimpiadi 2024, in Italia scoppia alla Camera la grana dei prossimi giochi invernali, quelli di Milano-Cortina, in programma tra due anni in Lombardia e Veneto. «Il decreto sulla Ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali interviene anche sui Giochi olimpici e paraolimpici di Milano-Cortina 2026, per questo un nostro ordine giorno chiede che le Camere siano tempestivamente informate sulla situazione di grave deficit della Fondazione Milano Cortina 2026 e sulle ricadute economiche che la gestione rischia di produrre sul bilancio dello Stato e degli enti territoriali coinvolti nella gestione dei Giochi» ha spiegato in una nota la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, prima firmataria dell’odg al decreto per la ricostruzione post-calamità, decreto convertito in legge ieri.

«La situazione – aggiunge – è molto preoccupante: la legge prevede che il Comitato organizzatore non possa agire a carico della finanza pubblica, ma da una recente memoria del procuratore della Corte dei Conti del Veneto si apprende che la Fondazione ha accumulato al 31 dicembre 2023 un deficit patrimoniale pari a 107.880.743 euro e che continua a operare in condizioni di deficit patrimoniale in costante peggioramento. I giudici contabili non ravvisano certezza sulla capacità di miglioramento economico dal business plan 2024-2026».

Il problema olimpico, che l’Italia ben conosce dai giochi invernali di Torino 2006, sono debiti che se non saranno ripianati «rimarranno tutti a carico dello Stato italiano e degli Enti territoriali, mentre il governo ha voluto offrire anche uno scudo penale alla Fondazione stabilendo, con una norma contenuta in questo decreto, che sarà un organismo di diritto privato». Tra i cantieri più controversi c’è senz’altro quello della nuova pista da bob, avversata da comitati cittadini di Cortina, in costruzione al posto di un bosco di larici per un capriccio di Salvini e di Zaia. La gestione dovrebbe costare almeno un milione e mezzo di euro all’anno per i prossimi 20. Oltre alle questioni ambientali, che riguardano anche opere infrastrutturali come la tangenziale di Bormio in Valtellina o la «variante Anas» di San Vito di Cadore, nel bellunese.

Regione Lombardia ha destinato un altro finanziamento a fondo perduto in vista delle Olimpiadi invernali: 50 milioni per il potenziamento del Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano, per l’Asst Valtellina e Alto Lario, per Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) e per la realizzazione di nuove strutture territoriali sia in provincia di Sondrio sia nell’area metropolitana di Milano. La delibera è stata approvata dalla giunta regionale su proposta dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso: «Per arrivare preparati ai Giochi – afferma Bertolaso – occorre pianificare tutto per tempo e noi seguiamo uno specifico cronoprogramma».

Altri fondi da controllare per Open olympics 2026, la campagna internazionale di monitoraggio civico, che chiede trasparenza sui costi e sulla modalità di realizzazione dell’evento nonché un maggior coinvolgimento della società civile e dei cittadini, sostenuta da una rete di 20 associazioni nazionali ed estere, tra cui Libera, Mountain Wilderness, Cipra Italia, Wwf, Legambiente e il Club alpino italiano. «I costi delle Olimpiadi sono saliti a un totale di 5,7 miliardi» ha spiegato Luigi Casanova, presidente di Mw Italia e autore di Ombre sulla neve (Altreconomia), il libro-inchiesta sulle prossime Olimpiadi invernali.

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