La promessa di riattivare una lunga serie di «tavoli» con la novità di «un osservatorio sui prezzi a Palazzo Chigi» basta alla Cisl per sotterrare la mobilitazione sindacale. Come previsto, le parole di Giorgia Meloni – comprese «evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni» sulle pensioni – sanciscono la rottura della flebile unità confederale, con Cgil e Uil che rimangono critiche e guardinghe e annunciano la prosecuzione della mobilitazione.

DUE ORE E MEZZO DI CONFRONTO il Sala Verde finiscono con l’immancabile Ugl e la Cisl felici e contenti. Il segretario Capone – che giura sul fatto di «non voler diventare commissario dell’Inail» – è addirittura meno entusiasta di Gigi Sbarra. Il leader della Cisl esordisce davanti ai giornalisti che lo attendono sotto palazzo Chigi così: «È stato un incontro molto importante, capitalizziamo due mesi di mobilitazione. La presidente del consiglio si è impegnata a convocare tavoli di confronto a palazzo Chigi a partire dall’inflazione». In realtà sarà l’unico a essere ospitato lì, ma nell’euforia qualche errore ci può stare. Allo stesso modo i tavoli su previdenza e sicurezza sul lavoro c’erano già ma non sono stati più convocati da febbraio.

Il giudizio finale di Sbarra sintetizza la divaricazione con Cgil e Uil: «È un buon inizio di un nuovo cammino per un confronto strutturato tra governo e parti sociali», gongola. «La Cisl sarà ad ognuno di questi incontri per negoziare concreti avanzamenti per i lavoratori e i pensionati. Poi valuteremo senza sconti i frutti del confronto e sapremo regolarci di conseguenza», conclude.

SBARRA È SCESO DA SOLO, mentre Bombardieri e Landini lo hanno fatto assieme. «Abbiamo perso Gigi», è la battuta che scappa al segretario della Uil a certificare la spaccatura.
«La presidente del consiglio ha illustrato una serie di temi sui quali si impegna ad avere un confronto strutturato con il sindacato. Nel metodo apprezziamo ma nel merito non abbiamo discusso alcunché», attacca Bombardieri.

Se alla vigilia dell’incontro in Cisl ci si augurava che la Uil potesse avvicinarsi per isolare la Cgil, l’esito è molto diverso. «Siamo noi ad aver spiegato a Meloni che, per esempio, sulla delega Fiscale la flat tax è contro la progressività prevista nella discussione. E sulle pensioni gli incontri precedenti non hanno dato risultati tanto che le donne che chiedono almeno di ristabilire Opzione donna stanno ancora aspettando», attacca Bombardieri.

Dunque se l’auspicio è quello di «avere la possibilità di entrare nel merito nei tavoli che si faranno», la posizione della Uil è precisa: «La mobilitazione va vanti, di certo non ci fermeremo aspettando settembre e la legge di bilancio», precisa la segretaria confederale Ivana Veronese che accompagnava Bombardieri all’incontro.

A CHIUDERE I COMMENTI un combattivo Maurizio Landini: «Le mobilitazioni di maggio hanno prodotto questa convocazione del governo e questa disponibilità, che prima non c’era, a fissare tavoli specifici – esordisce – . Nel merito però oggi il giudizio non è naturalmente positivo, risultati non ci sono stati, non hanno dato risposte alle nostre rivendicazioni. Quindi per quello che ci riguarda bisogna proseguire la mobilitazione», ha aggiunto ricordando le mobilitazioni con una quarantina di associazioni sabato 24 giugno in difesa della sanità pubblica e del 30 settembre contro l’autonomia differenziata. «Il tema urgente e necessario è quello salariale», ricorda Landini. Che a Meloni che sostiene «se avessi le risorse avrei già fatto tutto, maoccorre fare delle scelte che puntano sul moltiplicatore più alto», Landini risponde: «Noi chiediamo di sapere quante risorse mette in campo e dove le va a prendere. Vuole fare accordi con noi? Benissimo, prenda la nostra piattaforma e le risorse le troverà tassando gli extraprofitti delle imprese».

All’accusa di Meloni di essere «prevenuto ideologicamente», il segretario della Cgil risponde: «Sulla base dei confronti decideremo tutto quello che è necessario, senza escludere alcuna iniziativa di mobilitazione. Noi facciamo il nostro mestiere».