Sono state assegnate ieri a Helsinki le «medaglie Fields» 2022, il più prestigioso riconoscimento per i matematici di tutto il mondo, attribuito ogni quattro anni a ricercatori under 40. Tra i quattro premiati c’è la matematica trentottenne Maryna Viazovska, in forze al Politecnico svizzero di Losanna ma nata a Kiev, dove ha ancora tutta la sua famiglia. Non sfugge dunque il significato simbolico della premiazione, che prima delle sanzioni avrebbe dovuto svolgersi a San Pietroburgo.

Viazovska è solo la seconda donna dal 1936 ad aggiudicarsi la medaglia. Prima di lei c’era stata l’iraniana Maryam Mirzakhani nel 2014, morta per un cancro al seno tre anni dopo. Il premio le è stato assegnato per aver trovato il modo per impilare sfere uguali occupando meno spazio possibile. Al quesito, applicato alle palle di cannone, si dedicò già Johannes Keplero quattro secoli fa, teorizzando che disporle in piramidi fosse il metodo più efficiente. Aveva ragione, ma fu dimostrato solo nel 1998.
Viazovska è riuscita a fare altrettanto, ma in uno spazio astratto con otto o ventiquattro dimensioni. «Perché solo in questi due casi è un mistero» ha detto lei stessa al New York Times. A differenza dell’epoca di Keplero, questi risultati oggi non si usano nel trasporto di armi ma nella correzione degli errori di trasmissione dei segnali.

COME VIAZOVSKA, anche il francese Hugo Duminil-Copin è stato premiato per ricerche alla frontiera tra matematica e fisica. Il suo principale risultato riguarda il modo con cui un sistema magnetico tridimensionale passa da uno stato disordinato a uno regolare al calare della temperatura. È uno dei problemi più classici della fisica statistica, risolto finora solo in una (nel 1924) e in due dimensioni (nel 1944) da Ernst Ising e Lars Onsager. In tre dimensioni, la situazione più realistica, non ci era arrivato nessuno prima di Duminil-Copin.
Il terzo vincitore è June Huh. Nato in California, cresciuto in Corea del Sud e oggi di stanza a Princeton (Usa), Huh si dedica al problema di come colorare i nodi di una rete tenendo separati quelli dello stesso colore, dato un numero fissato di colori. Huh non è il classico enfant prodige: solo all’età di 23 anni ha iniziato a occuparsi sul serio di matematica, dopo essersi dedicato allo studio dell’astronomia e aver mosso i primi passi nel giornalismo scientifico.

FU LA SPERANZA di un’intervista a metterlo per la prima volta in contatto con il giapponese Heisuke Hironaka (a sua volta medaglia Fields nel 1970) che lo introdusse alle ricerche premiate oggi. Il quarto vincitore è l’inglese James Maynard, autore di importanti scoperte sui numeri primi usatissimi nella crittografia e nelle telecomunicazioni odierne. I suoi risultati riguardano la «solitudine» di questi numeri, già oggetto di un fortunato romanzo di Paolo Giordano del 2008. Maynard ha studiato la probabilità che i numeri primi si presentino a coppie di numeri vicini, come 11 e 13 o 29 e 31, in triplette o in gruppi ancora più numerosi.