È proprio vero che la politica (partiti e istituzioni della democrazia rappresentativa) è in una «crisi irreversibile»? Il giudizio senza appello era nell’invito a un incontro della Libreria delle donne di Milano su «Il senso della politica e l’efficacia delle pratiche». Si diceva, per la verità: «La politica come è stata pensata dagli uomini».
Ma è stata Lia Cigarini – relatrice con Laura Giordano e Daniela Santoro – a prendere le distanze da quella sentenza. La politica è in crisi, certo, ma soprattutto «cambia». E i politici «di professione» fanno fatica a vederlo in tutti quei movimenti associativi che già annunciano nuove «pratiche politiche».
Ci può essere un nesso tra questa vitalità direttamente politica e le istituzioni democratiche?
Per opposizione lo ha indicato Letizia Paolozzi: quel corteo silenzioso a Cutro, con i fiori, una croce fatta di relitti, un linguaggio «vicino al senso della vita», di fronte al rito tardivo e stonato del consiglio dei ministri trincerato poco distante. Oppure gli uomini e le donne che si ritraggono, esodano, disertano dalla guerra di Putin in Russia e anche nell’Ucraina aggredita. Qualcosa a cui saper dare voce, sguardo, attenzione, con l’apertura al mondo che è significata da quell’essere «aperta sulla strada da 45 anni» della Libreria femminista milanese.
Di una vitalità specificamente italiana della «società civile» si è parlato ieri anche alla presentazione, organizzata da Stampa romana, di un libro di due giornaliste del Sole 24 ore, Chiara Di Cristofaro e Simona Rossitto: Ho detto no. Come uscire dalla violenza di genere (Edizioni de Il Sole 24 ore). Una raccolta di storie toccanti e un ricco «manuale» sul «che fare» per la liberazione delle vittime e per sradicare la cultura patriarcale origine della violenza. Un testo rivolto alle donne, che -si è detto – dovrebbero leggere soprattutto gli uomini.
Ed eccomi al titolo: «Diamoci una mossa!».
Sulla scena pubblica si vedono di più gli uomini che reagiscono negativamente al cambiamento aperto dalle donne. Sono coloro che agiscono violenza. Ne parla la cronaca nera.
Ma è nera anche la cronaca dei politici, un po’ in tutto il mondo, che pretendono una rivalsa, attaccano la libertà delle donne, i loro corpi, invocano la restaurazione dell’«ordine» patriarcale. E fanno la guerra.
La reazione positiva è ancora confusa, timida, ambigua. Eppure qualcosa cambia anche nell’universo maschile. La frase – “diamoci una mossa” – la rubo a un altro libro che consiglio a uomini, e a donne. Il titolo è maschilità smascherata, l’esperienza del gruppo GNAM (Prospero editore).
Lo ha curato Marco Forlani ma è scritto a molte mani maschili. È la storia lunga alcuni decenni di un incontrarsi tra uomini per riflettere, cambiare, liberarsi. GNAM sta per Gruppo Nonviolento di Autocoscienza Maschile, e se la parola «autocoscienza» è molto impegnativa, l’acronimo allude ironicamente all’abitudine di incontrarsi cucinando e mangiando. Tutto nasce nelle pratiche politiche «tra femminismo e pacifismo» e dalla provocatoria nuova libertà delle «ragazze della nostra generazione». Una cosa che mette in crisi il maschilista inconsapevole. Ma se questa crisi fosse invece «un’occasione anche per noi?».
Di gruppi simili ne esistono ormai decine in Italia. Proviamo a vederci e a discutere su come fare di più e di meglio sabato 18 e domenica 19 marzo, a Roma. Sono incontri aperti: chi fosse curioso/a/* può scrivere a: info@maschileplurale.it.
Oppure venire direttamente sabato dalle 14 alla Casa della partecipazione, Municipio Roma II, Via dei Sabelli 88/A, e domenica dalle 9,30 alla Casa del Volontariato di Roma Galilei, Via Galilei, 53.
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