Internazionale

L’ultima di Trump: il creazionista Carson segretario alla casa

L’ultima di Trump: il creazionista Carson segretario alla casa

American Psycho Nuova nomina alla Casa Bianca: sviluppo urbano al neurochirurgo, rivale alle primarie repubblicane e bollato come «discreto medico». Ma è stato uno dei primi a dargli l’endorsement. Il caso Cina/Taiwan «tutto preparato»

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 6 dicembre 2016

Nuova nomina per la Casa Bianca di Donald Trump, ad aggiudicarsi il segretariato incaricato delle case e lo sviluppo urbano è il neurochirurgo creazionista Ben Carson, rivale di Trump durante le primarie repubblicane quando Trump lo aveva definito «un discreto medico» e poi uno dei primi a dargli l’endorsement.

DI CARSON SI ERA già parlato come possibile Segretario dell’istruzione ma era stato lo stesso chirurgo a definirsi “non adeguato a ricoprire un incarico pubblico”, cosa quanto meno bizzarra da parte di uno che avrebbe voluto fare il presidente degli Stati Uniti; ora, per l’incarico riguardante case e sviluppo urbano, non è che il neurochirurgo abbia delle competenze adeguate, ma chiaramente un incarico Donald Trump teneva comunque a darglielo.

Questa nomina non è stata accolta come una delle piú azzeccate, su Twitter Justin Hendrix, direttore esecutivo di Medialab, ha dichiarato che la competenza principale di Carson in fatto di case sta dell’abitare in una casa; per il New York Times la nomina di Carson, se confermata dal Congresso, avrá effetti negativi in quanto consentirá un’ampia libertà di modellare o rallentare l’implementazione della legge per l’affordable house, che prevede case dignitose a prezzo calmierato disseminate in vari quartieri per evitare che si formino ghetti degradati popolati prevalentemente da neri e minoranze.

La nomina di Ben Carson arriva a distrarre l’attenzione dall’affermazione per cui, secondo alcuni personaggi coinvolti nella transizione, la famigerata telefonata di Trump con il leader di Taiwan non è stata una gaffe, ma una mossa volutamente provocatoria per stabilire una rottura di modus operandi tra il presidente entrante e la passata amministrazione, troppo dolce con la Cina.

A QUANTO PARE la storica comunicazione, la prima tra i leader degli Stati Uniti e Taiwan dal 1979, è stata il prodotto di mesi di preparativi e riflessioni tra i consiglieri di Trump su una nuova strategia, meeting che hanno avuto inizio ancor prima che The Donald diventasse il candidato repubblicano alla presidenza, La chiamata rifletterebbe il punto di vista dei consulenti piú vicini alla teoria della linea dura, falchi che hanno sollecitato Trump a mantenere un atteggiamento di chiusura nei confronti della super potenza asiatica. Se questa sia la verità o una versione parallela alla realtà, messa a punto a posteriori per coprire la totale mancanza di competenza di Trump in fatto di politica estera non è dato saperlo.

Per alcuni critici la mossa è in realtà il gesto goffo e sconsiderato di un novizio della politica estera, ma per altri esperti sembra plausibile che possa esser stata, invece, una mossa calcolata per segnalare un nuovo, valido approccio alle relazioni con la Cina.

LE REAZIONI DI TRUMP a tutto l’evento son state affidate, come sempre, a Twitter, organo fondamentale di esternazione per il presidente eletto che, nel fine settimana, ha diviso i suoi sfoghi sul social media tra la crisi diplomatica sfiorata con i cinesi e la polemica con la parodia che gli fa settimanalmente il Saturday Night Live.

Nell’ultimo episodio il SNL ironizzava sul rapporto compulsivo di Trump con Twitter, ciò è risultato molto sgradito al presidente neo-eletto che ne ha immediatamente twittato.

La voce della ragione sembra essere, o almeno così viene presentata, quella della figlia Ivanka che, mentre Trump senior si destreggia tra spettacoli satirici del sabato sera, politica internazionale e nomine governative dubbie, lunedì ha incontrato il democratico e ambientalista Al Gore per discutere di cambiamento climatico.

IVANKA, OLTRE ad occuparsi personalmente di questo tema sul quale il prossimo presidente ha sempre espresso posizioni negazioniste che, ancora una volta, coinvolgevano la Cina la quale, a detta di Trump, avrebbe inventato questa mega bufala del Climate Change per rovinare il giro d’affari americano, Ivanka è la persona a cui Trump affida le questioni riguardanti le donne.

Come riportato da tutti i maggiori quotidiani americani, quando Nancy Pelosi ha telefonato a Trump per discutere le sue politiche interne, al momento di affrontare i temi riguardanti le donne, il neo futuro presidente ha fatto qualcosa del tutto inaspettata, ha, cioè,passato il telefono alla figlia Ivanka dicendo alla rappresentante della minoranza della Camera che di queste cose (di donne) se ne occupa lei.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento