«Sono piacevolmente sorpreso» ha detto ieri Luigi Ferrajoli quando ha appreso che uno dei temi di attualità scelti per gli scritti dell’esame di maturità di quest’anno è stato selezionato dal suo libro Perché una costituzione della terra? (Giappichelli, 2021, del libro abbiamo parlato con il grande giurista in un’intervista su Il Manifesto l’8 aprile dello stesso anno). «Prendiamo sul serio le promesse di affrontare le nuove sfide globali rifondando l’Onu – ha aggiunto Ferrajoli – Credo che la proposta sulla costituzione della terra debba entrare a far parte del dibattito pubblico in un momento così critico e può farlo anche in questo modo. Quello che ho scritto e proposto non è utopia e nei tempi lunghi può essere realizzabile, dipende dalla politica».

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Il brano portato all’attenzione degli studenti proviene da pagine in cui Ferrajoli scrive una vibrante denuncia contro la gestione della pandemia, l’occultamento della sua genesi politica ed economica e la rimozione della creazione di nuove istituzioni politiche capaci di affrontare l’emergenza mondiale. Ai maturandi è stata data la possibilità di esprimersi su un tema che, si presume, sia “generazionale” ma che, come dimostrano le parole usate dallo stesso Ferrajoli, è di una rilevanza universale.

Il Covid, si legge nel brano, «ha colpito tutto il mondo, inclusi i paesi ricchi, paralizzando l’economia e sconvolgendo la vita quotidiana dell’intera umanità̀». Il »suo terribile bilancio quotidiano di contagiati e di morti in tutto il mondo» ha reso ancora piu evidente e intollerabile di qualunque altra emergenza «la mancanza di adeguate istituzioni sovranazionali di garanzia», che «avrebbero dovuto essere introdotte in attuazione del diritto alla salute stabilito in tante carte internazionali dei diritti umani».

Nei suoi libri Ferrajoli ha colto i segnali d’allarme lanciati dai movimenti per la giustizia climatica in migliaia di manifestazioni in tutto il mondo. La pandemia è stata uno di questi, la più drammatica e grave. Ad avviso di Ferrajoli, infatti, il Covid è «un effetto collaterale delle tante catastrofi ecologiche, delle deforestazioni, dell’inquinamento dell’aria, del riscaldamento climatico, delle coltivazioni e degli allevamenti intensivi». Alla base della pandemia c’è il sistema economico capitalistico che «ha alterato la vita di tutti i popoli della Terra e ha mostrato l’interazione tra emergenza sanitaria ed emergenza ecologica e l’interdipendenza planetaria tra tutti gli esseri umani».

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In un volume pubblicato nel 2022 (Per una costituzione della Terra. L’umanità al bivio, Feltrinelli) Ferrajoli ha approfondito la genesi di un progetto ambizioso. «A chi dice che questa è un’utopia – ha ribadito al telefono – Rispondo che utopico è andare avanti con questa politica disastrosa. Noi siamo realisti e per questa ragione formuliamo una proposta razionale praticabile politicamente. La “Costituzione della Terra” è un sistema di limiti e vincoli ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali. Questo significa prendere sul serio il costituzionalismo: o è universale e valido per tutti popoli o non è. Abolizione delle armi, tutela della salute, vaccini per tutti, istruzione, reddito di base e salario minimo orario. Sono queste le basi di una risposta unificante alle tante emergenze planetarie. Solo un nuovo patto costituzionale è in grado di fronteggiarle». La bozza prevede 100 articoli, una serie di principi supremi e diritti fondamentali, oltre che di beni comuni e sociali, istituzioni e forme del governo tra le quali c’è una riforma dell’Onu e una nuova idea di giustizia fiscale