Economia

Lufthansa-Ita, l’Ue impone tagli e regala slot

Lufthansa-Ita, l’Ue impone tagli e regala slotAerei Lufthansa in attesa del decollo – Foto Ap

Cieli Precari Nelle anticipazioni dell’accordo voluto da Vestager prevista la cessione di centinaia di permessi di volo concentrati su Linate. La Cub: procedura illegittima, regalò quelli di Alitalia e ora favorisce le low cost estere

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 10 agosto 2024

Ora che le indiscrezioni prendono forma, lo si può affermare con certezza: le nozze fra Lufthansa e Ita Airways hanno avuto un accordo prematrimoniale molto pesante, tale da mettere a rischio il futuro, specie della piccola compagnia nata dalle ceneri di Alitalia. A imporlo la perfida Margrethe Vestager, in una delle sue ultima decisione del decennio da commissaria europea alla Concorrenza.

NELLE ANTICIPAZIONI del sempre imboccato Corriere della Sera l’accordo fra Bruxelles, Mef e Lufthansa è di 600 pagine. Gran parte delle quali spiegano il cosiddetto «pacchetto di rimedi» – remedy package – che l’Ue ha imposto ai due promessi sposi. Una iper regolamentazione dettagliatissima che lascia a Lufthansa scegliere fra opzioni comunque assai costose, sia in termini economici che di calo passeggeri.

Nel mirino ci sono le cosiddette rotte «problematiche», quelle su cui l’alleanza porterebbe a una posizione dominante o di monopolio.

SONO BEN 564 GLI SLOT settimanali da tagliare, specie d’estate, pari a una quarantina di voli in meno al giorno. Il più colpito è l’aeroporto di Milano Linate con 204 slot settimanali mentre Roma Fiumicino perderà solo – si fa per dire – 126 voli. Molto meno colpiti gli hub tedeschi, a dimostrazione del fatto che Ita Airways ha pochissimi collegamenti in Germania: a Francoforte andranno ceduti 56 slot, Amburgo e Monaco 28.

La principale riguarda i lucrosi slot (permessi di volo) di Linate dove Ita e Lufthansa la fanno da padroni. All’inizio i tedeschi erano disposti a cedere i loro; alla fine le due compagnie ne avranno meno di quanti Ita ne avesse da sola.

A Linate a guadagnarci sarà sopratutto Easy Jet, la low cost inglese potrà avere molti più voli, seguita – sembra – da Volotea, low cost spagnola. Previsto un accordo diretto tra le compagnie che scavalcherebbe l’Enac, l’ente che in teoria dovrebbe scegliere a chi dare gli slot.

L’ALTRA PARTE DELLE IMPOSIZIONI riguarda i tagli sul lungo raggio verso Usa e Canada. Sebbene l’Ue consente a Lufthansa varie possibilità, ciò che viene fuori è che Ita non volerà più su San Francisco e Toronto in inverno, mentre su Washington caleranno a tre volte alla settimana.

Infine Lufthansa e Ita dovrebbero sostenere i voli intercontinentali dei rivali nei loro hub: Parigi (Air France), Amsterdam (Klm), Madrid (Iberia) e Londra (British Airways).
Il tutto dovrà essere definito entro quattro mesi – dunque a ottobre – quando poi l’Ue darà il via libera definitivo all’operazione di svendita di Ita che Lufthansa controllerà sborsando soli 325 milioni per il 41% della società.

MOLTO CRITICA sulle anticipazioni e il comportamento di Vestager è la Cub, il sindacato più battagliero nella lunga vertenza Alitalia. «La Vestager sostanzialmente avallò il passaggio degli slot tra Alitalia e Ita a costo zero, una procedura palesemente illegittima: gli slot non si possono vendere ma solo riassegnare e per questo potrebbe essere chiamata a giudacare la Corte di Giustizia europea – attacca il segretario nazionale Antonio Amoroso – . Ora che gli slot sono passati a Ita, per circa la metà Vestager decide di gestirli in proprio passandoli a compagnie estere come Easyjet e Volotea, danneggiando le compagnie italiane», contesta Amoroso.

NEL FRATTEMPO LA CUB annuncia ancora battaglia sul licenziamento dei 2.300 dipendenti Alitalia. «Non si può essere sorpresi che Meloni&Co nel CdM del 7 agosto non si siano occupati del futuro di migliaia di lavoratori AZ, nonostante i mezzi-impegni assunti dal ministero del Lavoro nel tavolo con i sindacati del 30 luglio. È altrettanto evidente che per tentare di garantirsi un futuro, i 2300 lavoratori Alitalia dovranno mobilitarsi fin dai primi giorni di settembre», conclude Amoroso.

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