La terza udienza del processo contro l’associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta di ieri conferma il ritiro della costituzione di parte civile di Atac. La notizia era arrivata già alla vigilia della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, dopo la sollecitazione del sindaco Gualtieri ed ora l’azienda di trasporti l’ha formalizzata. «Con questo ritiro decade anche la richiesta di risarcimento di 1,3 milioni di euro» spiega al manifesto Rachele, attivista di Lucha y Siesta.

Atac infatti, dopo l’occupazione dell’ex stabile da parte delle attiviste transfemministe nel 2008, aveva aperto un processo per «danno all’azienda». Il procedimento, che dura ormai da un anno, con la giornata di ieri cambia rotta e permette alle vittime di violenza che trovano rifugio nello spazio di prendere una boccata d’ossigeno. «Ma non è finita – avverte Rachele – Atac non è più presente, ma il 22 Gennaio ci sarà la prossima udienza».

La battaglia giudiziaria della Casa delle Donne si affianca inoltre a quella politica della Regione Lazio, intenzionata a sgomberare lo stabile di cui è ora proprietaria e metterlo a bando. «Ma non è un servizio qualunque – sottolinea Rachele -, è una delle esperienze nazionali più significative del contrasto alla violenza di genere, che la Regione sembra non vedere. Stanno processando le persone sbagliate».