Lavoro

Lodi (Fiom): «Il disimpegno è sotto gli occhi di tutti, solo Meloni può richiamare i francesi»

Lodi (Fiom): «Il disimpegno è sotto gli occhi di tutti, solo Meloni può richiamare i francesi»Uno sciopero della Fiom a Torino – Foto LaPresse

La Dismissione Il segretario nazionale dei metalmeccanici della Cgil: «I tavoli su ogni fabbrica non servono se non c’è un accordo quadro a palazzo Chigi»

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 7 aprile 2024

Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom con la delega all’automotive, in un clima di ritrovata unità sindacale, circoscritto a Torino per ora, voi però siete gli unici a parlare apertamente di dismissione da parte di Stellantis: pensate veramente che voglia lasciare l’Italia?
Lasciare gradualmente il nostro paese o comunque un forte disimpegno, i segnali sono quelli.

Il segretario nazionale della Fiom Samuele Lodi

Li può elencare anche rispetto all’esito dei tavoli che questa settimana si sono tenuti all’ex Mise?
I volumi produttivi che calano drasticamente, le continue uscite incentivate mentre non ci sono nuovi ingressi di giovani. Il tutto mentre ai tavoli al ministero tenuti finora Stellantis non dà alcuna garanzia su nuovi modelli: continua a dire che l’impegno preso il 6 dicembre quando disse che il milione di auto l’anno è un obiettivo condivisibile…

… Se è un «obiettivo condivisibile», logica vuole che non l’abbia fissato Stellantis…
Il primo a parlare dell’obiettivo di un milione di auto l’anno è stato il ministro Urso e l’azienda si è limitata a non obiettare. Ma non ha neanche mai detto chiaramente in quale anno si impegna a raggiungerlo e il governo non gliel’ha imposto. Noi come Fiom poi continuiamo a sostenere che un milione di auto non basta, per saturare tutti gli stabilimenti servono, sì, un milione di auto con l’aggiunta di 300 mila veicoli commerciali per Atessa.

Come si sta comportando Stellantis ai tavoli?
L’azienda continua ad avanzare richieste: a dire che sono necessari e saranno necessari anche in futuro gli incentivi sugli acquisti, in più chiede e sconti fiscali sul costo dell’energia e fondi pubblici sull’adeguamento degli stabilimenti per la produzione elettrica.

Venerdì si terrà uno storico sciopero unitario a Torino: un bel risultato per voi della Fiom che di scioperi ne avete fatti tanti in solitaria in questi anni, specie a Mirafiori…
A Mirafiori c’è la situazione più drammatica di tutte: nel 2023 sono state prodotte solo 85 mila auto e ora, dopo lo stop al Levante, si produrrà solo la 500 elettrica, mentre i nuovi modelli Maserati elettrici ci saranno solo nel 2028. Questa situazione sta determinando l’utilizzo della cassa integrazione per i lavoratori impegnati sulla linea della 500 Bev e dei contratti di solidarietà per quelli che lavoravano sulla linea del Levante. L’azienda sta ragionando di spostare la 500 endotermica che ora si fa in Polonia ma questo conferma che non hanno una strategia per l’Italia perché fra qualche anno la produzione andrà a finire. Insomma un pannicello caldo.

Lei pensa che Stellantis lo faccia per placare lo sciopero di venerdì?
Non lo escludo. Intendiamoci, non è che noi come Fiom diremmo di no a una nuova produzione, seppur endotermica e quindi solo per qualche anno perché legata ad una piattaforma ormai obsoleta. Ma rilanceremo con la richiesta di nuovi modelli elettrici subito per Mirafiori. Quanto allo sciopero, per noi è momento centrale, fondamentale e parla non solo a Torino ma a tutt’Italia. Il fatto che sia unitario è importantissimo.

Lei vede nella dismissione di Stellantis vede una continuità con quanto fece Marchionne? Una sicuramente c’è: Stellantis continua nella apartheid contro di voi sul contratto aziendale Ccls che fu il fulcro della “rivoluzione” Marchionne.
Sono abbastanza d’accordo. Oltre le dinamiche isolazioniste, sia Marchionne che Tavares sono concentrati sulla rendita finanziaria del gruppo, non sul dare lavoro agli stabilimenti italiani.

Chiudiamo con il comportamento del governo. Con Fim e Uilm avete chiesto unitariamente che la trattativa passi a palazzo Chigi anche perché Urso è il ministro che aveva promesso già ad agosto scorso di trovare un accordo con Stellantis e non lo ha mai trovato mentre ha regalato miliardi di incentivi…
Ai tavoli si è lavorato entrando nel merito delle singole decisione per gli stabilimenti. Ma i tavoli non servono a nulla se non c’è un accordo quadro e questo lo possiamo fare solo a palazzo Chigi con Giorgia Meloni che convoca Carlos Tavares.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento