«Questo giornale è parte di me: una lunga durata
Da quando ho cominciato a scrivere per il manifesto (era maggio 1971, un mese dopo l’uscita), Tommaso Di Francesco e Norma Rangeri ci sono sempre stati, segno della identità e della lunga durata di un progetto che non potrebbe esistere e invece esiste – soprattutto perché è fatto da persone che Tommaso ha messo in veri, ironici e affettuosi, nelle poesie del suo “Quinto piano”. E segno anche delle origini di questo giornale in un movimento politico: con Tommaso, per esempio, siamo stati insieme anche in un blocco stradale sulla Cassia per protesta contro la guerra del Vietnam, quando il giornale ancora non c’era.
Proprio perché il giornale nasceva da lì, la sua identità era in discussione fin dall’inizio: alcuni di noi dicevano che il giornale lo dovevano fare “le masse”, altri che lo doveva fare “chi lo sa fare”. Avevano probabilmente ragione i secondi, ma figure come quelle di Norma e Tommaso erano la sintesi migliore: una professionalità dimostrata e affinata negli anni, ma resa diversa dal radicamento nella pratica concreta di movimento. Il giornale ho provato a essere così nella sua lunga vita, e qualche volta c’è anche riuscito.
Perciò li voglio ringraziare per quello che hanno fatto e che hanno significato. Spero che, cambiamenti a parte, continueranno ad arrivarmi quelle telefonate in cui Tommaso più o meno mi impone di scrivere su qualcosa che è appena successo, io gli dico che non ho tempo e non saprei che dire, lui non ha neanche bisogno di insistere ma sa perfettamente che alla fine lo farò e qualcosa da dire cercherò di trovarla. Perché in più di mezzo secolo questo giornale è diventato, grazie a persone come Norma e Tommaso, parte di me e spero che possa continuare ad esserlo.
Alessandro Portelli

Un gesto, stessa direzione
Desidero ringraziare Norma e Tommaso e ciò tanto più in quanto non mi sono sempre ritrovato nelle posizioni del giornale. Ma questo fa parte di una normale dialettica. Spero che la mia generazione, che è quella di Norma e Tommaso, stia facendo un passo che la prima generazione, quella di Pintor e Rossanda, pur tra enormi e straordinari meriti, non ha saputo fare, il lasciare spazio a chi arriva dopo, un po’ come la madre di Winnicott che lascia spazio al suo bambino restandogli accanto ma senza sovrapporglisi. L’ha saputo invece e lo sa fare Luciana Castellina. Il gesto di Norma e Tommaso va nella stessa direzione. Alla terza generazione chiederei di mantenere lo sguardo oltre l’orizzonte, oggi così ristretto, di un mondo in cui la sinistra è finita perché, in nome di un realismo che qualcuno confonde con la politica, ha smesso di immaginare. E’ finita perché subisce il presente senza più saperlo connettere con il passato e con il futuro. Ma è solo con il senso della fine di una storia che si può ricominciare guardando in avanti e poi riconsiderando quella stessa storia per riappropriarsene in modo nuovo. E’ il modo migliore per salvare una continuità e un’eredità. Non si tratta tanto di scavare, perché tutto è già alla superficie. Come ha scritto Paul Valéry, “ciò che nell’uomo vi è di più profondo è la pelle, nella misura in cui egli si conosce”. È già tutto qui. È nel bisogno di eguaglianza che si soddisfa la voglia di diversità. In bocca al lupo ad Andrea Fabozzi, nuovo direttore e ai due nuovi vicedirettori Micaela Bonci e Chiara Cruciati
Alfonso Maurizio Iacono

Nella più generale fatica di Sisifo…
Cari Norma e Tommaso,
per prima cosa devo ringraziarvi del modo in cui, durante un lungo e difficilissimo periodo di direzione, siete riusciti, pur nella concordia/discors, a mantenere un’ampia comunità legata al «manifesto», ed una più ampia che vi trova un punto di riferimento costante. Non era facile. Ho collaborato per quasi tutto il periodo suddetto al giornale e, qualche volta, con articoli non concordanti con la sua linea politica a proposito di temi non secondari. Non ho mai subito alcuna forma di censura. Anche di questo vi sono grato.
L’avvicendamento alla direzione del giornale non significa certo, l’avete affermato con forza, una diminuzione del vostro impegno nel momento attuale e nel percorso futuro del «manifesto». Un momento attuale ed un presumibile futuro (quanto lungo?) in cui gli elementi di barbarie connessi ad una fase di accumulazione capitalistica che avviene in assenza di antitesi rilevanti, non possono che diventare sempre più pervasivi. In tale contesto il «manifesto» ha un ruolo importante nella più generale fatica di Sisifo della ricostruzione dell’antitesi, in quello, cioè, che è il compito primario della sinistra erede della storia del movimento operaio. Erede e tuttora partecipe di un’analisi che poggia sui fondamenti della «critica dell’economia politica».
Paolo Favilli

Norma e Tommaso, da voi un contributo insostituibile
Carissimo Tom, ho seguito in questi giorni le notizie sull’avvicendamento alla direzione del manifesto e i moltissimi messaggi di affetto e di apprezzamento che tu e Norma avete ricevuto, a cui mi associo calorosamente. In questi anni così difficili voi avete dato un contributo insostituibile non solo per salvare il giornale, ma anche per mantenere in vita e fare crescere una voce e un modo di pensare critico che è tanto più indispensabile oggi, di fronte alla spaventosa degenerazione dell’intero sistema dell’informazione pubblica e di quella veicolata dai quotidiani mainstream, dando spazio a un dibattito ricco, articolato e plurale. Norma e Tommaso non ti nascondo anche che sono comunque molto dispiaciuto: i tuoi interventi, impegnati ma sempre argomentati, ivi compreso quello di congedo dalla direzione, mi trovano molto concorde e sei stato per me sempre un interlocutore intelligente e sensibile. Sono sicuro però che continuerai a collaborare assiduamente al giornale, e spero che sia lo stesso per Norma. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sarebbero le divisioni al nostro interno. Non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo articolo e, perché no?, il tuo prossimo libro. Un forte abbraccio e moltissimi auguri per il tuo lavoro,
Claudio Natoli

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Un laboratorio necessario

Una stima antica
Sono appena uscito da una bolla, in terra lontana, ove regna mia sorella, anni 95, e mi trovo il Manifesto di questi giorni. Innanzitutto una ondata di amicizia e di stima, antica quanto il Manifesto, o quasi, per Norma e Tommaso, anche per Luciana ed altre compagne e compagni che hanno continuato a sostenerli, nella buona come nella cattiva sorte, con pensieri, opere ed omissioni. Nel ricordo di Luigi, timoniere di sempre.
E poi la ferma convinzione che questo impegno continuerà, per il bene comune. El Pueblo unido jamas sera vencido!
Gian Giacomo Migone

Un abbraccio “senza confine”
Caro Tommaso, ora che non hai più l’incarico gravoso della direzione spero molto di leggerti più spesso. I tuoi articoli e editoriali sono sempre molto illuminanti. Grazie di tutto il lavoro che hai fatto e del sostegno che non hai mai fatto mancare né a me personalmente né a Senzaconfine. Un abbraccio
Sveva Haerter

Grazie per un giornale che ho sempre considerato “mio”
Cara Norma, caro Tommaso, caro Andrea, spero che non vi dispiaccia se scelgo di scrivervi insieme, esito ad aggiungere in indirizzo, come vorrei, anche Micaela Bongi e Chiara Cruciati, che vedo ancora con altre responsabilità nella gerenza del giornale, ma vi chiederei di girare a loro queste parole, poche ma sincere. Un grazie enorme a Norma, che con tutti voi e tutti gli altri e le altre del manifesto ha tenuto in vita questa esperienza straordinaria della giornalismo e della sinistra in questo paese. Una delle poche – ma importantissima – cose buone in questi tempi molto difficili. Grazie anche, in particolare a lei, per avermi proposto una collaborazione che mi ha permesso di tornare, sia pure con modi diversi, al lavoro giornalistico dopo una lunga parentesi di impegno nella comunicazione istituzionale. Grazie e ancora grazie a Tommaso per lo stesso straordinario motivo, e in più, per la pazienza con cui ha sopportato i miei ritardi e troppi “caporali” sbagliati… (un solo accenno al privilegio altissimo di potermi esprimere liberamente sul giornale che ho sempre considerato “mio” anche quando lavoravo alla vecchia Unità).A Andrea, con Micaela e Chiara, gli auguri più sinceri di andare avanti e di andarci sempre meglio! Vi seguirò con la passione di sempre, ovviamente nelle forme che riterrete opportune, senz’altro come abbonato e lettore fedele.
Con grande affetto e grande stima.
Alberto Leiss

Grazie Norma, sei stata una bussola preziosa
Cara Norma, ora che è conclusa la tua esperienza di direzione del Manifesto (ma, ovviamente, non la tua militanza e la tua presenza all’interno del dibattito pubblico nel campo intricatissimo della sinistra in Italia), voglio dirti grazie e raccontare il mio primo contatto con te e con il giornale. Perché penso testimoni una stagione di impegno collettivo non facilmente replicabile e una postura politico-culturale rara e preziosa. È stata la mia militanza nel movimento dei ricercatori e delle ricercatrici del 2008-2010 contro la riforma Gelmini l’occasione del nostro incontro: un movimento che raggiunse un’intensità e un’estensione che non trovano riscontro in nessuno dei picchi di conflitto toccati nell’ultimo ventennio. Chiunque abbia conosciuto quei mesi di battaglie forsennate all’interno degli Atenei, sa quanto fosse vitale per il movimento la possibilità di comunicare all’esterno le ragioni della mobilitazione degli/delle ‘indisponibili’. Decisi allora, su suggerimento del mai troppo rimpianto Maurizio Matteuzzi, di scriverti perché il giornale desse voce a una comunità universitaria che non fosse quella della Conferenza dei rettori e d egli illustri cattedratici al servizio delle politiche neoliberiste della comunità europea. La tua risposta fu immediata. E generosa. Il Manifesto ospitò i reportages più documentati e le analisi più acute sui giorni della mobilitazione a firma di Marco Bascetta, Roberto Ciccarelli, Norma Rangeri (ricordo ancora il tuo bellissimo «Blocchiamo la farsa» sul giornale del 22 dicembre 2010). E a firma di tanti di noi, che iniziammo così la nostra collaborazione con il Manifesto, proseguita anche dopo la sconfitta bruciante del movimento. Pochi seppero cogliere in quella mobilitazione il nucleo di una comunità dialogante e appassionata, oltre che una riserva di impegno e di democrazia. Il rispetto che riservasti agli studiosi più giovani e agli studenti (lo stesso che offrivi agli intellettuali più noti), l’attenzione senza
avarizia che prestasti a tutti/e noi in quella e in successive occasioni sono una bussola preziosa. E restano un viatico per il futuro.
Tiziana Drago, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro

Il miracolo del mattino
Caro Tommy, caro Tommaso Di Francesco, una nota di sincera gratitudine per tutto quello che avete fatto negli anni per mantenere in vita il manifesto. Cara Micaela, affettuoso augurio di buon lavoro per le tue nuove e ancora più estese responsabilità. Da abbonato fedele, da collaboratore occasionale e da amico sincero aggiungo una ulteriore nota su quwllo che chiamo «il miracolo del mattino». Comunque, al lavoro e alla lotta! Nel mio minuscolo, sono sempre al vostro fianco. Un abbraccio. Diceva Hegel che i quotidiani erano l’incarnazione dello spirito del mondo e la loro lettura la preghiera moderna del cittadino moderno. Sfidati da tanti altri media, questo spirito è diventato sempre più bizzarro e spesso maligno e corrotto, con lettori insoddisfatti che ricercano sempre più fuori dalla carta stampata notizie e verità. È un miracolo che nella crisi dei giornali “il manifesto” abbia resistito così a lungo e stia ancora resistendo, forse proprio perché ha conservato due qualità essenziali: la buona fede e l’indipendenza. Un abbraccio alla vecchia guardia per i traguardi conseguiti e i migliori auguri a chi si prende oggi le nuove responsabilità.
Daniele Archibugi (IRPPS-Italian National Research Council), Roma

Ringrazio Norma e un saluto ad Andrea
Mentre saluto e ringrazio sentitamente Norma Rangeri per tutto quello che di così encomiabile è andata facendo in tutti questi anni per la vita del Manifesto, desidero nello stesso tempo augurare al nuovo direttore Andrea Fabozzi un altrettanto duraturo buon lavoro. Sicuro che dalla sua consistente preparazione e da quella sua dinamica e appassionata militanza (di cui ne è davvero ben provvisto) giungeranno puntualmente abbondanti e fruttuosi risultati. Buona fortuna!
Luciano Masolini

Rispetto ed amore dal 1970
Conserviamo con rispetto ed amore un rapporto vero dagli albori del 1970. Quei rapporti che attraversano magmi, a volte tempestosi, senza lacerarsi. Giorno dopo giorno letteralmente. Senza saltarne uno. Dando a qualche compagno il compito di comprare “il manifesto” anche quando ero in Chiapas o a Gaza o altrove. Non sempre siamo stati d’accordo. Ma la vera ricerca, ci dicevamo spesso con Lucio Magri, nasce dalle contraddizioni e dalle diversità. Ho lavorato molto con la splendida Rina Gagliardi, mia vicepresidente nel gruppo del Senato. Ringrazio Norma e Tommaso, mio compagno/fratello per la saggia conduzione in mari tempestosi. Auguro ad Andrea, che ama diritto e Costituzione come me, alla Bongi, alla Cruciati, curda tra i Curdi, un ottimo lavoro. Noi “vecchietti” ci saremo sempre.
Giovanni Russo Spena

Auguri a tutti voi
Carissimo Andrea, care vice direttrici, grazie a tutti quelli che vi hanno prestigiosamente preceduto ed auguri a voi per il contributo che saprete e vorrete dare per la ricostruzione di una sinistra unita e rinnovata nel nostro Paese.
Nino Ferrajuolo Napoli