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L’Italia deve vergognarsi per le torture al G8. E fare subito la legge contro la tortura

L’Italia deve vergognarsi per le torture al G8. E fare subito la legge contro la torturaGiovani alla Diaz dopo la "perquisizione" – Sintesi Visiva

La condanna dell’Italia da parte della Corte Europea per le torture commesse nel luglio 2001 a Genova è un atto doveroso e condivisibile. Una vergogna annunciata: nell’indifferenza del mondo politico […]

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 8 aprile 2015
Vittorio Agnolettoportavoce del Genoa Social Forum nel luglio 2001

La condanna dell’Italia da parte della Corte Europea per le torture commesse nel luglio 2001 a Genova è un atto doveroso e condivisibile.

Una vergogna annunciata: nell’indifferenza del mondo politico italiano la Corte Europea ci condanna, giustamente, per il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali.

A 14 anni dal G8 di Genova e ad oltre trent’anni dalla firma della convenzione internazionale contro la tortura tale reato non e’ ancora stato inserito nel nostro codice.

Sono stati gli stessi magistrati a riconoscere che quella notte alla Diaz e poi a Bolzaneto, furono commesse torture contro persone inermi, pacifiche e indifese e furono gli stessi magistrati a denunciare l’assenza di tale reato nel nostro ordinamento.

Le conseguenze furono pene lievi per i responsabili, nessuno di loro trascorse nemmeno un giorno in carcere e tutti restarono ai loro posti (tranne quelli rimossi automaticamente dai magistrati) e molti dei condannati furono addirittura promossi.

Il reato di tortura come fattispecie specifica per i funzionari pubblici è previsto nella grande maggioranza dei Paesi europei ed è a tutela non di una parte politica, ma di tutti i cittadini. Una polizia che agisce nella legalità non dovrebbe avere alcun timore dall’istituzione di tale reato; altrimenti significa dare per scontato che le forze dell’ordine nel compiere il proprio lavoro agiscano contro e al di sopra della legge, e questo è inaccettabile in qualunque stato di diritto.

A maggior ragione ora non è più rinviabile una legge ad hoc, e non è accettabile il silenzio del governo su un argomento tanto delicato.

Con quelle torture e con la notte cilena della Diaz il governo di allora tentò di distruggere un grande movimento che aveva già ben compreso come questo modello di sviluppo dominato dalla finanza avrebbe provocato negli anni seguenti una crisi sociale ed economica senza precedenti.

Non ci hanno ascoltato, hanno usato la violenza e la tortura per schiaccarci; ma avevamo ragione e i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti.

Vittorio Agnoletto, associazione CostituzioneBeniComuni, già portavoce del Genoa Social Forum nel luglio 2001

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