L’Istituto superiore di Sanità: «99 deceduti per Covid su 100 non avevano completato il vaccino»
In Conferenza Stato - Regioni il piano per il rientro a scuola in presenza Flc Cgil: «Per avere tutti in classe a settembre servono risorse, spazi, interventi sul trasporto pubblico e misure straordinarie»
In Conferenza Stato - Regioni il piano per il rientro a scuola in presenza Flc Cgil: «Per avere tutti in classe a settembre servono risorse, spazi, interventi sul trasporto pubblico e misure straordinarie»
Dallo scorso febbraio in avanti, quasi 99 deceduti per Covid su 100 non avevano terminato il ciclo vaccinale. Fra quelli che invece lo avevano completato, l’età media delle vittime è più alta e si riscontra un numero medio di patologie pregresse maggiori rispetto alla media. Sono i dati del Report sui decessi dovuti al virus redatto dall’Iss, aggiornato al 21 luglio. Il ciclo vaccinale completo garantisce un’efficacia tra l’88 e il 97%. Sono stati 423 i decessi di vaccinati con entrambe le dosi e rappresentano l’1,2% dei 35.776 morti per il Covid nel periodo dal primo febbraio al 21 luglio.
Rispetto alla totalità dei morti per cui è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, nel campione dei deceduti con ciclo vaccinale completo l’età media risulta decisamente elevata (88.6 contro 80 anni). Il numero medio di patologie osservate in questo gruppo è di 5, nella popolazione generale sono 3,7. Dopo l’insufficienza respiratoria acuta, le sovrainfezioni sono le complicanze maggiormente diffuse nelle persone decedute con ciclo vaccinale completo.
A partire dalla terza settimana di febbraio 2020, l’età media dei decessi settimanali è andata aumentando fino agli 85 anni (prima settimana di luglio 2020) per poi calare leggermente. Un’ulteriore riduzione dell’età media dei decessi è stata rilevata a partire dai mesi di febbraio-marzo 2021 (80 anni nella seconda settimana di febbraio 2021), fino a raggiungere i 74 anni nella prima settimana di luglio 2021 e i 72 anni nella seconda settimana di luglio 2021. «Questa riduzione nell’età media – spiega il report – è verosimilmente conseguenza delle vaccinazioni nella popolazione più anziana».
Sono stati 4.208 i nuovi casi Covid ieri su 241.890 test, indice di positività all’1,9%. I decessi registrati sono stati 24. Sono 1.611 i pazienti nei reparti ordinari (più 99 rispetto a lunedì). Nei reparti di terapia intensiva i ricoverati sono 189 (più 7). Gli attualmente positivi sono 70.310; le persone in isolamento domiciliare 68.510. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata il Veneto (804) seguita da Lombardia (641), Lazio (543) e Sicilia (436).
Ieri pomeriggio risultavano somministrare 66.123.968 dosi di vaccino, 30.744.856 le persone che hanno completato il ciclo (il 56,92% degli over 12). Il ministero osserva quanto sta accadendo in Regno Unito: ieri i contagi giornalieri sono calati ancora, arrivando a 23.511. Ma i morti sono stati 131, il numero più alto da marzo. La destra continua ad alimentare le polemiche sull’utilizzo del green pass. Ieri Palazzo Chigi ha dovuto smentire l’intenzione del governo di rendere obbligatoria la certificazione verde per accedere ai seggi elettorali nella tornata amministrativa del prossimo autunno.
Tema Scuola. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, presenterà domani alla Conferenza Stato – Regioni il piano per il rientro in presenza a settembre. Ieri al ministero c’è stato l’incontro con i sindacati. Le vaccinazioni a livello nazionale coprono l’85,5% del personale, nel piano nessun obbligo ma forte raccomandazione a farle. Il testo seguirà le indicazioni del Cts: dall’utilizzo delle mascherine al distanziamento.
Resta il nodo trasporti, inevitabile lo scaglionamento delle lezioni. L’Associazione nazionale presidi: «Il parere del Cts nel verbale del 12 luglio non è chiaro. E poi non si può ignorare la questione della vaccinazione degli studenti (circa 4 milioni over 12, 8 milioni in totale ndr): si tratta di uno sforzo organizzativo notevole con tempi ristretti. Va rivisto il tracciamento e la quarantena degli studenti: se sarà mantenuta quella in vigore sarà inevitabile ricorrere alla Dad».
La Flc Cgil: «Per avere tutti in presenza servono risorse, spazi, interventi sul trasporto pubblico e misure straordinarie. Il rientro in aula non può diventare uno spot, ha bisogno di azioni concrete. Sul fronte delle risorse dobbiamo registrare un disinvestimento da parte di questo governo: sull’anno scolastico 2020/2021 per l’organico aggiuntivo erano previsti un miliardo e 850 milioni di euro, mentre per il prossimo anno sono previsti solo 350 milioni».
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