La costruzione europea ha rallentato pericolosamente nei primi due decenni del nuovo secolo perché una visione economica imperniata sul neoliberismo, su una globalizzazione senza regole, su un mercato sempre più dominato da logiche finanziarie ha prodotto ferite nel corpo sociale.

Talvolta vere e proprie fratture. Soltanto dalla dimensione europea la politica può ripartire per incidere sulla realtà che intanto si è modificata e che chiede di noi. Dal mondo globalizzato non si può tornare indietro e, anche se lo volessimo, non sarà possibile. Ma possiamo andare verso un mondo globale in cui regole e diritti fondamentali vengono tutelati.

Come ci ricorda papa Francesco, «c’è un artigianato della pace che coinvolge tutti, ciascuno secondo le proprie competenze» e dunque abbiamo bisogno di ricostruire una trama di relazioni tra le persone, tra le comunità, tra le istituzioni, ma anche di definire nuove regole per il mondo globale.

In questo senso credo che l’Europa possa essere molto utile non solo ai nostri Paesi, ai nostri cittadini, ma anche al mondo.
Vedete, se c’è una lezione che abbiamo imparato da questa pandemia, è il senso della nostra interdipendenza: siamo tutti legati gli uni agli altri, sia nel male che nel bene. Bisogna agire insieme e non da soli!

Sono convinto che senza Europa saremmo tutti più poveri e soprattutto non saremmo in grado di affrontare nessuna priorità.
Pensiamo, ad esempio, alla lotta alle povertà, alle grandi questioni finanziarie, alla sfida ambientale, alla sicurezza, agli investimenti, all’immigrazione, alla politica agricola, all’industria, alla sfida tecnologica… Quali di queste grandi questioni possono essere affrontate dai nostri singoli e piccoli Paesi? Nessuna. E per molte sfide lo spazio europeo è già troppo piccolo.
Occorre invece investire su una nuova dimensione e oggi l’Europa può farlo: investire sulla persona umana, sul valore della comunità, delle forze sociali, sulla loro autonomia e sui corpi intermedi.

Combattere povertà, disoccupazione, diritti negati. Questa è la moderna frontiera su cui ruota gran parte del nostro modello sociale europeo, perché tutto il corpo delle relazioni sociali, civili e solidali è la spina dorsale della nostra democrazia.Senza un pieno coinvolgimento della società, risulterebbe molto difficile costruire politiche in grado di rispondere con efficacia ai bisogni dei cittadini.

Ricercare la pace oggi vuol dire mettere le persone al centro dell’agire politico, ma soprattutto ridurre le disuguaglianze e «lottare»,come ci invita a fare papa Francesco, «contro le cause strutturali della povertà, della mancanza di lavoro e della negazione dei diritti sociali e lavorativi».

La Marcia della pace diventa catena umana, attenta agli anelli più deboli della nostra società. Come sapete, siamo davanti a un’enorme trasformazione ecologica e digitale che cambierà nel profondo il nostro modo di essere e i nostri stili di vita.
L’ambiente è la chiave che tiene insieme tutto: il lavoro, l’economia, le questioni sociali, l’immigrazione.

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Dobbiamo capire che il progresso ecologico e il progresso sociale devono andare di pari passo e alimentarsi a vicenda. Non possiamo porre fine alla povertà e costruire una società più giusta, lasciando che la crisi ecologica distrugga il nostro pianeta. Ma non possiamo porre fine alla crisi ecologica se continuano a esistere alti livelli di povertà e di disuguaglianza.

Per questa ragione è necessario affrontare subito la dimensione sociale di questa transizione epocale, che presuppone un utilizzo efficace delle energie rinnovabili, maggiori investimenti nei progetti di economia circolare, di agricoltura sostenibile e di gestione concreta degli ecosistemi terrestri.

La vera sfida oggi è riuscire ad accompagnare le nostre società verso questo cambiamento. Il prossimo Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea avrà come obiettivi tanti di questi traguardi da raggiungere.

Occorre definire, però, un nuovo governo democratico di queste trasformazioni. In questo l’Europa deve compiere molti sforzi e tanti passi in avanti. Abbiamo bisogno di una nuova governance socioecologica che garantisca la partecipazione di tutta la società alla realizzazione della trasformazione possibile del nostro modello produttivo.

* Pubblichiamo un estratto del messaggio che il presidente del parlamento europeo David Sassoli ha inviato agli organizzatori della marcia per la pace Perugia-Assisi nell’ottobre del 2020. Il testo compare nel libro Feltrinelli di prossima uscita «La saggezza e l’audacia – discorsi per l’Italia e per l’Europa» che, per la cura di Claudio Sardo e con la prefazione di Sergio Mattarella, contiene diversi testi di Sassoli, scomparso prematuramente l’11 gennaio dell’anno scorso. Il libro sarà presentato a Roma il prossimo 9 gennaio da Ursula von der Leyen, Romano Prodi ed Enrico Letta (ore 11:00, teatro Quirino).