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Lettera aperta alla sindaca Raggi: «La Casa delle Donne ha bisogno di risposte. E di futuro»

Lettera aperta alla sindaca Raggi: «La Casa delle Donne ha bisogno di risposte. E di futuro»

Gentile Sindaca di Roma, come Lei sa, da più di sei mesi aspettiamo una risposta alle nostre proposte di soluzione del contenzioso economico che ci vede coinvolte: la trattativa è […]

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 11 luglio 2018

Gentile Sindaca di Roma,

come Lei sa, da più di sei mesi aspettiamo una risposta alle nostre proposte di soluzione del contenzioso economico che ci vede coinvolte: la trattativa è ferma, i mesi scorrono e noi invece abbiamo bisogno di un confronto e di risposte chiare.

Abbiamo più volte sollecitato le assessore a un nuovo incontro, secondo quanto ci è stato promesso durante la riunione dello scorso 21 maggio.

Per poter sostenere la vita della Casa Internazionale anche in futuro, abbiamo necessità di un confronto puntuale sulla memoria da noi presentata, in particolare per quanto riguarda la valutazione e la documentazione da noi proposta dei crediti che la Casa vanta da parte del Comune.

Più volte L’abbiamo invitata a venire a conoscere la Casa Internazionale delle Donne, le molteplici attività che vi si svolgono e le associazioni che la abitano; ora Le rinnoviamo l’invito, convinte che la soluzione della nostra vicenda sia affidata soprattutto alla conoscenza delle diverse realtà e alla possibilità di seguire strade di mediazione.

Come Lei sa, sono più di 100.000 le firme a sostegno di un appello per una soluzione condivisa del contenzioso sulla Casa delle Donne, e sono tante anche le voci di artiste, scrittrici, cantanti, musiciste, docenti, accademiche, donne di spettacolo e di cultura che si sono levate e che hanno animato di recente le serate alla Casa Internazionale.

Pensiamo che questa mobilitazione diffusa nella città e nel paese rappresenti l’espressione di una molteplicità di esperienze che chiedono di poter continuare a vivere la Casa delle Donne, e che esse meritino la giusta attenzione anche da parte dell’amministrazione capitolina.

Non possiamo accettare questo prolungato silenzio, abbiamo bisogno di risposte certe che ci permettano di programmare il futuro.

L’assenza di ogni riscontro ci fa pensare che non si voglia rispondere e si voglia far morire la Casa per inedia.

Ma i meriti e anche i crediti della Casa rimangono e si accrescono e noi abbiamo il dovere di fronte alle donne e alla città di sostenerli e di rivendicarli. E continueremo a farlo.

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