Repertorio di psicologie, di emotività a confronto, tra tenerezze e ruvidità improvvise in un mondo che non smette di sibilare la propria refratterietà, lo strazio, la bellezza: questo è il cinema di Chiara Bellosi, tra le registe più sensibili del panorama italiano contemporaneo. Già nel suo primo film, Palazzo di giustizia, tra i corridoi e le aule di marmo freddo, reticente di un tribunale, si muovevano franti metabolismi, anime in pena, in piena balia di un’esistenza franante, frastornante, che però all’improvviso ti pone nella penombra di un vecchio archivio in cui, insieme ad altre anime perse, potersi ritrovare alla ricerca...