Il generale Vannacci - foto di Aleandro Biagianti
Politica

Le tentazioni elettorali di Vannacci spaventano FdI

Il caso Crosetto autorizza l'inchiesta formale sul generale autore di bestseller (corteggiato da Alemanno e dalla Lega)
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 5 dicembre 2023

Nel giorno in cui è entrato a Palazzo Esercito per cominciare a svolgere la sua nuova mansione – capo di Stato Maggiore delle forze operative terrestri, in pratica il segretario di un comandante, senza alcuna mansione operativa – Roberto Vananacci si è visto recapitare anche l’avviso di apertura di un’inchiesta formale per i contenuti del suo bestseller «Il mondo al contrario», autentico caso editoriale dell’anno con oltre 200mila copie vendute.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto si è affrettato a far sapere di essere stato lui a dare l’ok al procedimento disciplinare, e questo è da leggere soprattutto come un segnale politico nei confronti del generale più chiacchierato dell’esercito italiano. Negli ambienti militari, infatti, si dà per assodato che Vannacci stia seriamente riflettendo su una sua candidatura alle europee, forse con l’ipotetica lista del redivivo Gianni Alemanno o forse altrove: la faccenda potrebbe assumere forme e dimensioni imprevedibili da qui alla prossima primavera. E se l’antipatia di Fratelli d’Italia è palese (soprattutto per timore di veder nascere una cosa concorrente alla propria destra), dalla Lega i segnali sono di tutt’altro tenore. «La pensa come noi, sembra davvero un leghista quando parla – dice compiaciuto Andrea Crippa, vicesegretario del carroccio -, non so dire se vorrà candidarsi con noi, ma ripeto, le sue idee sono assolutamente compatibili con quelle della Lega e di Matteo Salvini».

IL NUOVO INCARICO a Vannacci, atto dovuto per ragioni burocratiche, è da intendere anche come un messaggio ben preciso: nel tentativo di allontanare il richiamo delle sirene della candidatura, averlo fatto tornare in pista nell’Esercito significa dirgli che la sua carriera in divisa non è affatto finita. L’inchiesta formale interna, infatti, difficilmente produrrà grandi sanzioni: la giurisprudenza militare tutela la libertà d’espressione dei soldati e l’unico problema di Vannacci risiede nel fatto che, nell’introduzione del suo volume, si sia qualificato come generale, cosa esplicitamente vietata. Niente di troppo grave, comunque: al massimo si arriverà a un ammonimento o a una censura, senza sospensioni né radiazioni all’orizzonte. Lui, per ora, gioca su due tavoli: da un lato batte la strada del vittimismo e dall’altro non dice se immagina per sé un futuro in politica oppure no. Intanto si è preso un mese di licenza, tanto per far capire che per quanto lo riguarda ogni opzione è contemplabile.

Per FdI è un bel problema: Crosetto da settimane continua a parlare di investimenti sulle forze armate e sui sistemi d’arma, materie non solo d’importanza strategica ma anche di discreta portata propagandistica. Avere un Vannacci tra i piedi, in questo contesto, potrebbe costare caro. La battaglia del generale continua, dentro e fuori l’esercito.

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