«Le primarie on line del M5S? Fuori statuto, dunque impugnabili»
Intervista Parla l'avvocato Lorenzo Borré, difensore di epurati ed espulsi da Grillo a Roma, Napoli, Genova e in Sicilia
Intervista Parla l'avvocato Lorenzo Borré, difensore di epurati ed espulsi da Grillo a Roma, Napoli, Genova e in Sicilia
La consultazione digitale per la scelta del candidato premier del M5S è prevista per oggi. Ancora non se ne conoscono gli orari, cautela probabilmente causata dalla paura di attacchi hacker che ridicolizzerebbero ulteriormente la piattaforma Rousseau. I risultati delle primarie online, annuncia il blog di Grillo, «saranno depositati presso due notai alla chiusa della votazione stessa, e saranno resi pubblici sabato 23 settembre dal palco di Italia 5 Stelle». Dunque, come era noto, l’incoronazione di Luigi Di Maio come aspirante presidente del consiglio e «capo politico» del M5S, avverrà nel pieno della kermesse riminese. Dove sarà presente Roberto Fico. Il presidente della commissione vigilanza Rai pare non aver risolto i propri screzi con il futuro leader ma ha deciso di presentarsi davanti agli attivisti.
Del voto di oggi e non solo parliamo con Lorenzo Borrè, l’avvocato che è diventato la bestia nera del M5S, avendo sostenuto le cause di epurati ed espulsi a Roma, Napoli, Genova e in Sicilia. Il suo ultimo successo, dopo la decisione del tribunale di Palermo che ha inficiato il voto online che ha nominato candidato presidente della Regione Giancarlo Cancelleri, è la riammissione nel gruppo consiliare di Roma di Cristina Grancio, che era stata «sospesa» dopo aver espresso perplessità sulla grande opera dello stadio della Roma a Tor di Valle. Questa volta non c’è stato bisogno dell’intervento del giudice: Borrè ha avuto il tempo di leggere le carte e impostare la causa e Grancio è stata riabilitata preventivamente.
Avvocato, anche il voto di oggi contiene imperfezioni giuridiche? È impugnabile?
Certamente. Le votazioni di oggi si fondano su un regolamento che è in contrasto con l’articolo 7 del cosiddetto «non-statuto» del M5Se e con la ratio generale di quel documento, che prevede che l’indirizzo politico parta dagli iscritti e non che venga calato dall’alto. Aggiungo, ad esempio, che la limitazione del diritto di candidatura ai soli eletti viola la libertà degli associati.
Come finirà invece la vicenda siciliana?
Loro hanno già annunciato che tireranno dritto, come se nulla fosse. Un giudice ordinario non può imporre di fare qualcosa ad un’associazione privata, può solo stabilire se una sua decisione sia legittima o meno. Mi limito però a constatare come in genere anche un’assemblea di condominio, di fronte a una pronuncia di illegittimità di una delibera, prende atto di come stanno le cose. Eppure solo pochi giorni prima della decisione del tribunale, dal M5S avevano detto che si sarebbero attenuti al volere della magistratura.
Come è stato possibile che un partito che poneva come primo fattore identitario la legalità prenda tanti inciampi proprio su quel terreno?
Vede, c’è una lunga serie di questi episodi. Faccio notare come siano arrivati prima di scadenze elettorali, col risultato di impedire alcune candidature anche a persone che avevano superato lo sbarramento delle primarie. È successo a Roma, ma anche a Genova. In entrambi i casi, è stato detto quello che dicono in questi giorni: non c’è tempo, bisogna procedere.
Ha più volte sostenuto che nessuna decisione sostanziale può essere presa senza assemblee fisiche, non virtuali.
Sicuro! Una cosa è un’assemblea, altro i plebisciti o referendum. Non si tratta di approvare ex post una cosa, o di scegliere tra due.
Insomma: il M5S per come lo conosciamo è riformabile, può cioè porre rimedio a tutte le magagne legali senza cambiare pelle?
Se accogliessero l’impugnazione del regolamento del 2014 e tornassero allo spirito del non-statuto, sarebbe la palingenesi e il M5S tornerebbe a essere quello delle origini. Esiste una vera e propria scissione tra quei due documenti. Sono in contrasto su questioni fondamentali, come il fatto che di fronte a qualsiasi procedimento penale il non-statuto inibisca la candidatura. E se il non-statuto va inteso come la Costituzione del M5S, allora qualsiasi norma successiva soccombe di fronte ad esso. Non dimentichiamo cosa diceva Gianroberto Casaleggio: ogni volta che su una norma interviene una deroga, quella norma viene cancellata definitivamente.
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