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Le opere dell’AI non hanno diritto al copyright

Le opere dell’AI non hanno diritto al copyright

Hollywood La sentenza della Corte federale tende a dissipare i timori degli sceneggiatori in sciopero

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 agosto 2023

«Abbiamo ricevuto molte cancellazioni che confermano il fatto che la maggior parte degli attori non verranno a feste ed eventi». Sono le preoccupazioni degli imprenditori di Toronto riportate da «Hollywood Reporter» in vista del festival cinematografico canadese, in programma dal 7 al 17 settembre. Anche per quanto riguarda la Mostra del Cinema di Venezia, in partenza il 30 agosto, non è ancora chiaro quale sarà l’impatto dello sciopero combinato di attori e sceneggiatori – e se poi le star dei film «indie», non prodotti dagli studios, potranno effettivamente partecipare ad attività promozionali oppure no.

LA MOBILITAZIONE comunque non sembra essere vicina al termine, anche se qualcosa si sta muovendo. Innanzitutto il ritorno al tavolo di contrattazione avvenuto di recente, anche per gli autori che sono in sciopero ormai dal 2 maggio. E poi la sentenza di un giudice federale che conferma la posizione dell’Ufficio per il copyright degli Stati uniti, secondo cui un’opera d’arte creata dall’intelligenza artificiale non è soggetta a protezione. Un intervento che tende a dissipare i timori degli autori in sciopero sulla possibilità che gli studi cinematografici utilizzino l’intelligenza artificiale per scrivere intere sceneggiature. La richiesta per la protezione di opere create dall’IA è stata guidata da Thaler, amministratore delegato della società Imagination Engines. Nel 2018, ha indicato un sistema di intelligenza artificiale, la Creativity Machine, come creatore di un’opera d’arte, indicando se stesso come proprietario del diritto d’autore secondo la dottrina del lavoro su commissione. La richiesta è stata però respinta dalla Corte.

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