L’assessora Saccardi passa con Renzi e prenota il bis alla sanità
Regionali Toscana La mossa della fedelissima dell'ex leader Pd apre la strada alla candidatura del dem Giani
Regionali Toscana La mossa della fedelissima dell'ex leader Pd apre la strada alla candidatura del dem Giani
Si porta avanti con il lavoro Matteo Renzi, e a sei mesi delle elezioni regionali in Toscana – dove la sua Italia Viva correrà – pone già le fondamenta di un possibile, clamoroso en plein, con l’amico dem Eugenio Giani al posto di Enrico Rossi, e la fedelissima Stefania Saccardi nuovamente in giunta, magari riconfermata all’assessorato alla sanità, che amministra i tre quarti del bilancio regionale.
Fantapolitica? Per certo Saccardi ha deciso di lasciare il Pd per passare a Iv, con una bella letterina piena di frasi di circostanza («una scelta dolorosa e non facile, innanzitutto per il rapporto che c’è fra di noi»), e soprattutto con un passaggio che ribadisce la strategia d’azione del suo leader: «Continuerò per quello che posso a lavorare per ampliare il campo del centrosinistra, unica possibilità per battere la destra populista che anche in Toscana è ormai alle porte».
Data per scontata, sondaggi alla mano, la santa alleanza fra Pd, Iv e scampoli di sinistra rosé per battere la trimurti Lega-Fdi-Fi, con il M5S tenuto fuori dalla porta sia per le sue attuali debolezze nella regione che per oggettive incomunicabilità su alcuni temi forti (infrastrutture in primis), la mossa di Renzi di richiamare a sé la fedelissima Saccardi gli toglie anche qualche castagna dal fuoco. Da sempre al fianco del leader, fin dai tempi della Margherita e del trentenne presidente provinciale fiorentino, Saccardi aveva preso male in estate la decisione di metterla in subordine a Giani: «No Matteo, non rinuncio a correre per la presidenza della Regione». Ora la decisione di Saccardi di tornare all’ovile, così come ha osservato un caustico Enrico Rossi, sgombra il campo da potenziali frizioni, in un momento in cui per Renzi tutto sembra andare per il verso giusto.
A riprova ecco il commento dello stesso Giani, attuale presidente del consiglio regionale e sempre più sicuro di essere lui il candidato a palazzo Strozzi Sacrati, primarie o meno: «Ritengo che tutto questo, ovvero queste uscite dal Pd e adesioni a Italia Viva, ricompongano il quadro di alleanze verso le prossime elezioni. E’ importantissimo che il centrosinistra possa trovare un’ampia alleanza». E quello di Dario Nardella: «Il Pd è saldo a livello toscano e resta il perno di una coalizione che si sta allargando, e questo penso sia positivo. Stefania Saccardi è una amica, io la stimo, credo che tutto ciò che possa allargare la coalizione sia utile».
Ad opporsi alla candidatura di Giani restano gli orlandiani del Pd, che hanno chiesto e ottenuto dalla segretaria Bonafè «un’ampia consultazione», attualmente in corso, in cerca di una candidatura alternativa e il più unitaria possibile. Ma dopo che Zingaretti si è tirato fuori dalla contesa («sulla Toscana decidano i toscani»), le carte sul tavolo per loro non sembrano vincenti. Rossi venerdì sul manifesto ha indicato Bonafé come possibile candidata.
Anche le primarie, ad oggi sempre possibili, vedrebbero in pole position l’ex socialista nenciniano Giani, che negli ultimi anni ha battuto la Toscana palmo a palmo, con la copertura del suo ruolo istituzionale, per costruire consenso personale. Intanto Iv entra in Consiglio regionale, con Stefano Scaramelli e Titta Meucci.La legislatura regionale è ormai agli sgoccioli, ma anche loro guardano al futuro.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento