L’apprendistato sbarca nel pubblico: 10% dei posti per i giovani
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L’apprendistato sbarca nel pubblico: 10% dei posti per i giovani

Pubblica Amministrazione Decreto attuativo di Zangrillo: saranno "funzionari", contratto di 36 mesi, confermabile. Fino al 20% negli enti territoriali. Convenzione con le università: concorsi territoriali
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 27 dicembre 2023

L’apprendistato sbarca nel settore pubblico. Ieri il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha firmato il decreto attuativo che stabilisce i criteri e le procedure per il reclutamento di giovani laureati, fino alle fine del 2026. L’Italia è uno dei paesi europei con l’età media più alta nel settore pubblico – è oltre i 51 anni e solo il 5% dei dipendenti è sotto i 30 anni – e i bassi salari non invogliano certamente i giovani, consci di dover attraversare spesso traversate nella precarietà, anche nel settore pubblico.

La legge era stata approvata a giugno, convertendo il decreto Pubblica amministrazione, mentre un tentativo era già stato fatto nel a giugno 2021 nel decreto Reclutamento dell’allora governo Draghi.

L’apprendistato è uno strumento molto usato nel settore privato per formare giovani lavoratori soprattutto per la fiscalità che premia le imprese.

Dal punto di vista delle garanzia, si tratta di una assunzione a tempo indeterminato, subordinata però alla valutazione dell’impresa.

«Un ulteriore strumento per rafforzare i nostri uffici – ha commentato il ministro Zangrillo – dotando gli enti centrali e territoriali delle competenze necessarie ad affrontare, anche in ottica di Pnrr, le sfide del presente e del futuro».

Proprio riguardo al Pnrr, la novità potrebbe avere effetti positivi. In una Pubblica amministrazione con un’età media sempre più alta, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevedeva solo assunzioni a tempo determinato e con salari molto bassi. Per questo molti posti restavano vacanti.

Ora invece per l’apprendistato viene previsto l’inquadramento da funzionari con salari più alti.

Il testo prevede convenzioni con le università per individuare gli studenti da assumere. Fino al 31 dicembre 2026, con l’apprendistato le amministrazioni possono reclutare giovani laureati fino al 10% delle proprie capacità assunzionali, il 20% per Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città metropolitane. Il contratto, della durata massima di 36 mesi, prevede l’inquadramento nell’area dei funzionari. Alla scadenza è prevista l’assunzione a tempo indeterminato per chi ha ricevuto, con tanto di relazione motivata, una valutazione positiva del servizio prestato.

Le selezioni, articolate su una prova scritta anche a contenuto teorico-pratico e un orale, avvengono su base territoriale. Tra i principali criteri di valutazione anche l’età, che non può essere superiore ai 24 anni, il voto di laurea, la regolarità del percorso di studi, nonché eventuali esperienze professionali e competenze in materia di organizzazione e gestione della pubblica amministrazione acquisite durante gli studi.

«Abbiamo bisogno delle nuove generazioni e delle loro energie e capacità – conclude il Ministro Zangrillo – per velocizzare il processo di innovazione e di digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Il contratto di apprendistato crea un ponte con le Università e i nostri uffici, per dotarli delle competenze necessarie a fornire a cittadini e imprese servizi al passo con i tempi, sempre più efficaci ed efficienti e adeguati alle loro nuove esigenze».

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