«Che salto ha fatto ora, per la propria concitazione e il proprio fervore, un uomo fra i più penetranti, ingegnosi e conformi allo spirito di quell’antica e pura poesia che vi sia stato da lungo tempo tra i poeti italiani? Non lo deve egli a quella sua letale vivacità?», così scrive un indispettito Montaigne, riflettendo sulle condizioni di Torquato Tasso, da lui visto a Ferrara, custodito nello Spedale di Sant’Anna. La «letale vivacità» (splendido ossimoro) del giovane e già famoso poeta (35 anni) conosce, come è noto, sette anni di reclusione (1579-’86); non è qui la sede per discettare sulla...