Lame da Barba, suono sincretico del Mediterraneo
Note sparse «Qafiz», il nuovo album del gruppo di musica "di strada" nato a Bologna
Note sparse «Qafiz», il nuovo album del gruppo di musica "di strada" nato a Bologna
Francesco Paolino è siciliano, suona la chitarra e la mandola, scrive i pezzi del gruppo, attingendo a una memoria musicale policroma. Stefania Megale è torinese e suona il sax soprano. Giuseppe detto «Pippi» Dimonte è impegnato al grande legno, il contrabbasso, e arriva dalla Lucania, Alberto Mammollino, pugliese suona (e costruisce) le tammorre, i «tamburi a cornice» di diverse dimensioni che sono diffusi ovunque nel Mediterraneo, ma anche in terre sciamaniche del Nord e nell’Inghilterra gaelica. Tutti assieme i quattro sono le Lame da Barba, richiamo diretto a una preziosa cultura dell’alfabetizzazione musicale che, nel nostro Sud, aveva luoghi d’elezione nei negozi di barberia, dove si imparavano i rudimenti del pentagramma, dove si adattavano per fiati, percussioni e legni le romanze che si ascoltavano sui settantotto giri o al teatro d’opera. Un ensemble che s’è fatto letteralmente le ossa suonando per strada, nella città dove si sono trovati, e dove si sono messi alla prova senza rete e senza filtri: Bologna.
La redazione consiglia:
Nu Genea e la Babele musicaleTrentacinque minuti stringenti di sole a picco come i «demoni meridiani», e d’ombra scura dove passano frusciando i fantasmi notturni di antiche civiltà. Danza di corde, pelli e fiati. Per restare umani. E globalmente mediterranei.
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