L’ambiente nella Costituzione due anni dopo
Wwf La riforma della Carta costituzionale sancisce il principio che l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in modo tale da danneggiare l’ambiente
Wwf La riforma della Carta costituzionale sancisce il principio che l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in modo tale da danneggiare l’ambiente
Due anni fa, con la legge costituzionale n. 1 dell’11 febbraio 2022, il Parlamento riformava l’art. 9 e l’art. 41 della Costituzione, inserendo la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, tra i principi fondamentali della Carta. La riforma della Carta costituzionale sancisce il principio che l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in modo tale da danneggiare l’ambiente.
Si è trattato sicuramente di una riforma importante, ma quanto la conoscono i cittadini italiani? Un recente sondaggio commissionato dal Wwf Italia a EMG Different ha provato a rispondere. Solo il 28% del campione dichiara di essere a conoscenza della riforma costituzionale. Il dato, che sale al 33% tra chi ha un’istruzione superiore, appare basso, ma in crescita rispetto ad un anno fa quando un altro sondaggio, sempre realizzato da EMG Different per il Wwf Italia, fissava al 14% la percentuale di italiani consapevoli di questa riforma.
Uguale percentuale, 28% del campione, dichiara di sapere che la tutela dell’ambiente è stata introdotta in Costituzione anche nell’interesse delle future generazioni. L’attenzione verso i giovani risulta quindi marginale, nonostante proprio loro risentiranno dei ritardi delle generazioni precedenti nel contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Molto ampio l’apprezzamento degli italiani sull’ingresso dell’ambiente in Costituzione: il 72% degli intervistati lo giudica molto positivamente o positivamente e solo il 6% lo ritiene negativo o molto negativo (il 22% non risponde).
Ancora più alta la percentuale di chi è d’accordo che l’iniziativa economica non debba recar danno all’ambiente e alla salute: è favorevole l’88% degli intervistati (42% molto d’accordo e 46% abbastanza d’accordo) che diventa, significativamente, il 94% nel Nord Est, dove si trovano le aree più industrializzate del Paese. L’84% del campione dichiara infine di essere molto/abbastanza d’accordo sul fatto che la tutela del patrimonio ambientale del nostro Paese sia garantita dallo Stato, confermando così indirettamente che la tutela degli ecosistemi debba essere omogenea su tutto il nostro territorio e non frammentata secondo il disegno dell’autonomia differenziata.
Dal sondaggio emerge che gli italiani sono in larghissima parte d’accordo con la tutela dell’ambiente e con il principio che l’economia non debba compromettere il nostro capitale naturale. Al tempo stesso però si conferma che, anche se in crescita, la consapevolezza di quanto avviene dal punto di vista ambientale nel nostro Paese continua ad essere poco diffusa e necessita ulteriori sforzi da parte di tutti: associazioni ambientaliste, ovviamente, ma anche mondo della cultura, dell’università, della ricerca, della comunicazione e, soprattutto, delle istituzioni.
Per contribuire a far crescere questa consapevolezza, il Wwf Italia ha organizzato per lunedì 26 febbraio, a partire dalle ore 9,30, il convegno «Tutela dell’ambiente e future generazioni». L’incontro, che si terrà presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica, dopo i saluti della Vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, sarà aperto da una lectio magistralis del Vicepresidente della Corte costituzionale Giulio Prosperetti, cui seguirà una tavola rotonda con la partecipazione di giuristi, economisti, rappresentanti accademici e operatori del diritto.
* Responsabile Affari Legali e Istituzionali Wwf Italia
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