Un secco non comment. Lapidale. Nessuno sa che fine abbia fatto il nuovo album di Kanye West, Donda (dedicato alla mamma scomparsa nel 2007) che doveva uscire il 23 luglio. In molti lo aspettavano e invece niente da fare, tutto rimandato. Forse al 6 agosto o forse a mai più. Non si sa perché, nessuna comunicazione ufficiale, solo qualche info che lui ha fatto trapelare qua e là sui social. Pensieri controversi, idee confuse, in pieno stile. In sostanza il 22 luglio scorso il rapper di Atlanta ha riunito nello stadio della sua città qualche decina di migliaia di selezionati fan e ha offerto loro l’ascolto dei brani del nuovo disco. Un listening party in grande, trasmesso in streaming anche da Apple Music. Non ha cantato, ma ha presenziato e si è anche un po’ commosso quando correvano le note di Love Unconditionally, testo dedicato all’amore finito con Kim Kardashian. Vestito rosso corallo, proprio come Kim in tribuna, solo sul palco.
Ma poi pare che alla fine della serata abbia chiamato i suoi discografici di corsa, in un raptus dei suoi. E pare che abbia comunicato la volontà di aggiungere qua e là qualche ritocco ai suoi pezzi. Una trovata di mercato? Tutto può essere. In fondo Kanye West è così, uno che appoggiava Donald Trump prima delle elezioni; che dichiarava di essere bipolare al punto che la moglie avrebbe voluto farlo ricoverare; che twittava che i neri in fin dei conti hanno protratto più lungo la condizione di schiavitù a causa di una preoccupante incapacità di reagire; che inventava i Sunday Service, una via di mezzo tra party musicali, cene molto chic e messe di una nuova religione in cui celebrava Gesù Cristo e in cui si sentiva Gesù Cristo; che partecipava alla corsa alla Casa Bianca. E che elaborava musica di alta qualità. Almeno fino a cinque a sei anni fa. Sperando possa ritornare per davvero prima o poi.