Un terzo delle emissioni dei gas climalteranti, in particolare metano dalle attività zootecniche e protossido di azoto dai fertilizzanti chimici, sono conseguenza dei sistemi agroalimentari, primi responsabili anche della perdita della biodiversità nel Pianeta.

Crisi climatica e perdita della biodiversità sono strettamente connesse tra loro e richiedono soluzioni coordinate attraverso strategie globali da attuare concretamente a livello locale. Non sorprende quindi che alla COP27 sul clima in svolgimento in Egitto, la trasformazione dei sistemi di produzione e consumo del cibo sia al centro del negoziato. Dopo una settimana di confronto non si registrano ancora risultati significativi, ma proprio sul tema della transizione ecologica dei sistemi agricoli e alimentari è stata presentata sabato scorso l’iniziativa FAST – Food and Agriculture for Sustainable Transformation che punta a far aumentare i contributi finanziari finalizzati ad accrescere la resilienza climatica a sostegno dei sistemi agroalimentari delle comunità più vulnerabili. L’iniziativa, promossa dalla Presidenza egiziana della COP27 e dalla FAO, si concentrerà su tre priorità d’azione: migliorare le capacità dei Paesi di aumentare l’accesso ai finanziamenti e agli investimenti per il clima, fornire indicazioni per sviluppare le capacità d’analisi, assicurare che i sistemi agroalimentari siano pienamente integrati nelle politiche sui cambiamenti climatici.

Il vero ostacolo da superare sarà però la resistenza che si incontra nel garantire un utilizzo equo delle nuove risorse finanziarie che dovrebbero arrivare per mettere in atto una vera transizione ecologica dell’agricoltura. Vi è il rischio concreto che questo flusso di denaro finisca per alimentare modelli di produzione convenzionali, lontani dai principi dell’agroecologia, arricchendo ulteriormente quelle multinazionali che oggi controllano a livello globale i sistemi di produzione del cibo attraverso modelli di coltivazione che hanno mostrato di non poter risolvere il problema della sicurezza alimentare. Proprio in occasione della COP27, la FAO si era fatta portavoce di un appello ai leader mondiali stilato da agricoltori, pescatori, pastori e produttori con la richiesta di considerare la costruzione di un sistema alimentare in grado di nutrire il mondo una priorità del vertice sul clima.

Del resto sempre la FAO si è impegnata a lanciare entro la fine del 2022 un programma per allineare il sistema alimentare all’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C rispetto all’era preindustriale. Gli interessi in gioco alla COP27 sono enormi e senza un cambio di paradigma dei sistemi alimentari la prospettiva di un fallimento è concreta. Per capire come sarà andata a finire, il Wwf, presente in Egitto, promuove per lunedì 21 novembre alle ore 18 un webinar sulla pagina Facebook della Campagna #CambiamoAgricoltura per raccontare gli esiti della COP27 e illustrare gli strumenti da mettere in campo per una grande rigenerazione climatica dell’agricoltura.