L’«accordo zero» tra M5S e Pd alla Regione Lazio
«Scambio» di sottosegretari e assessori
«Scambio» di sottosegretari e assessori
Neppure ancora ottenuta la fiducia e già il governo giallorosso ha inaugurato una stagione di fluidità e scambio tra i due alleati di maggioranza francamente inaspettata. Se la trattativa per allargare la coalizione di centrosinistra anche al M5S in Umbria in vista delle imminenti elezioni regionali non si è ancora conclusa, l’accordo tra i grillini e i dem per riempire le caselle mancanti al nuovo esecutivo è già in fase molto avanzata e coinvolge perfino la giunta della Regione Lazio. Secondo gli ultimi rumors, infatti, in via della Pisana potrebbero approdare due esponenti pentastellati che in qualità di «tecnici» prenderebbero il posto di due assessori democratici destinati alla carica di sottosegretari.
Nicola Zingaretti avrebbe così preso due piccioni con una fava: da un lato potrebbe risolvere i suoi problemi di maggioranza consiliare, e dall’altra trovare il modo di oliare la nomina dell’attuale assessore allo Sviluppo economico in Regione, Giampaolo Manzella, a lui molto vicino, funzionario in aspettativa della Banca Europea per gli Investimenti che punterebbe al dicastero degli Affari europei o addirittura alla presidenza del Consiglio. L’altro “scambio” servirebbe a far traslocare l’assessora regionale al Turismo e alle pari Opportunità, Lorenza Bonaccorsi, responsabile nazionale Cultura e turismo del Pd, al seguito di Paolo Gentiloni in Europa.
È nel Lazio dunque che si sperimenta l’”accordo zero” tra M5S e dem, con una sorta di rimpasto – se l’accordo andrà in porto, ostacolato com’è soprattutto in casa pentastellata – che vedrà sedere in giunta “tecnici” grillini al fianco dei tesserati Pd. A lasciarlo intendere è stata anche la stessa capogruppo 5S, Roberta Lombardi: «La Regione Lazio ha fatto da laboratorio – ha spiegato ieri al Messaggero – noi abbiamo detto che su certi temi ci saremmo stati, i dem ci hanno ascoltato. E così abbiamo fatto diverse cose insieme. Ce ne sono molte altre sul tavolo e credo sia necessità dello stesso Zingaretti restare in ascolto e cogliere quanto di buono e costruttivo possiamo portare».
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