La versione di Boccia: «Non spiavo, lavoravo»
L'intervista a La7 «Conflitto di interessi? Chiedete a Beatrice Venezi. Poteva dire la verità, voglio le scuse. Fu lui a farmi sentire la voce della moglie»
L'intervista a La7 «Conflitto di interessi? Chiedete a Beatrice Venezi. Poteva dire la verità, voglio le scuse. Fu lui a farmi sentire la voce della moglie»
Stavolta il clan Meloni nel complotto ci spera proprio. Se fosse vero, come auspicavano i giornali vicini al governo, sarebbe una conclusione più elegante di una vicenda di suo per niente edificante. Piuttosto che ammettere che le prime dimissioni di ministro dell’esecutivo di destra che Meloni pretendeva di trascinarsi per 5 anni, sono state dovute non ad intrighi ma una collaboratrice ambiziosa e sconosciuta fino a qualche giorno fa. Invece Maria Rosaria Boccia, davanti alle telecamere di La7, giura che ha fatto tutto da sola. «Non sono una spia, assolutamente no. Non spiavo il ministro, io lavoravo con il ministro».
Boccia smentisce di aver registrato qualcosa con i famosi occhiali, «ho solo fatto delle prove appena comprati, Sangiuliano non mi ha mai visto con gli occhiali». E quanto al presunto archivio in suo possesso, sminuisce: «Ho solo conservato gli atti del ministero che mi mandavano, non temo l’indagine, ho detto la verità. Sono stata chiusa otto giorni a casa perché ero su tutti i giornali, travolta da una vicenda che non conoscevo, mi sono sentita messa all’angolo, sotto casa avevo i fotografi e i giornalisti. Ho pensato e ho risposto solo quando ha parlato il ministro. Ho rispettato l’uomo e le istituzioni».
La telefonata “carpita” in cui la moglie del ministro chiedeva di stracciare la sua nomina a titolo gratuito come consigliera, non era stata rubata. Secondo le parole di Boccia sarebbe stato lo stesso Sangiuliano a lasciare il cellulare acceso proprio per farle sentire le reazioni della signora. Se fosse vero, sarebbe l’ennesima caduta di stile di un uomo che ha usato la naturale rabbia della moglie perché non aveva il coraggio di giustificare le sue scelte. Tanto che oggi Boccia ha buon gioco a chiedere: «Perché ha strappato la nomina? Per un capriccio della consorte? Perché il mio curriculum non era adeguato? Eppure ce ne stanno molti di consiglieri incaricati con conflitto di interessi, prendiamo Beatrice Venezi … ». E sottolinea un vistoso paradosso: «ha detto che il conflitto di interesse era di natura sentimentale? Secondo le date che lui stesso ha dato stavamo insieme quando lavoravamo e poi ci saremmo lasciati l’8 agosto, quindi perché strappare la nomina il 16 quando non c’era più la relazione?».
La redazione consiglia:
L’ultima resistenza, poi la resa: «Ho molti nemici nel cinema»Per quanto riguarda le innumerevoli foto sui suoi profili social in compagnia dell’ex ministro, «era lui a volere la pubblicazione, a insistere perché mettessi le nostro foto insieme». Rifiuta tutti gli appellativi che ha ricevuto in questi giorni: arrampicatrice, esecutrice ma soprattutto amante. Sulla natura della sua relazione con il ministro della Cultura glissa e anzi lascia intendere che fossero altre le vere amanti dell’ex titolare della Cultura, ma poi aggiunge una precisazione importante: «Sangiuliano diceva a tutti, non solo a me, che con la moglie era un rapporto finito da tempo». E quella di essere uno strumento dell’opposizione: «Convintamente ho votato per Giorgia Meloni, Sangiuliano lo sa benissimo. La stimo, l’apprezzo, secondo me è una donna in gamba».
Vuole scuse private ma continua ad aver stima dell’uomo ««preparato, colto, competente» ma «ricattato» e non da lei. «Non ce l’ho con Meloni, ma c’è una regia dietro, il ministro ha una grande organizzazione che fa acqua da tute le parti. Prima mi mandavano documenti, poi hanno negato di conoscermi e ora invece tutti dicono di avere avuto a che fare con me per avere notorietà». e lancia alla fine dell’intervista il suo “J’accuse”: chi minaccia Sangiuliano sta nei palazzi del potere. «Sono convinta ci sia una talpa al ministero della Cultura». Ma poi avvisa Sangiuliano: «racconta la verità, o sarò io costretta a raccontarla, però poi cadrebbero nel racconto altre donne, ho ascoltato telefonate, letto messaggi, ci sono i dettagli che conosco che potrebbero aiutare nella ricostruzione»
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento