La riforma fiscale è un terreno minato anche per Mario Draghi
Il caso Le incognite di una delega fiscale che divide i partiti della maggioranza Frankestein ancora prima di essere presentata: irap e Irpef, cuneo fiscale e riforma del catasto, assegno unico. Lega: sulle tasse stop all’aumento. LeU e Sinistra Italiana: «È il partito delle Ztl"
Il caso Le incognite di una delega fiscale che divide i partiti della maggioranza Frankestein ancora prima di essere presentata: irap e Irpef, cuneo fiscale e riforma del catasto, assegno unico. Lega: sulle tasse stop all’aumento. LeU e Sinistra Italiana: «È il partito delle Ztl"
Doveva essere un settembre a passo di carica, ma quello del governo Draghi sarà a passo di gambero. Dopo la concorrenza anche la delega fiscale che doveva essere presentata già a fine luglio, poi prima di ferragosto, sembra slittare a fine mese insieme alla nota di aggiornamento al Def per i veti incrociati nella maggioranza Frankenstein. E quando arriverà alle Camera il provvedimento potrebbe essere generico rinviando le scelte al dibattito parlamentare o a quello sui decreti attuativi. Il nuovo sistema dovrebbe, infatti, entrare in vigore nel 2023. Quello che è certo è che chi misura la politica fiscale in base agli interessi elettorali non cambierà idea. Prima vengono i «cronoprogrammi» ma poi ci sono gli interessi.
La riforma fiscale sarebbe una delle (tante) precondizioni per ricevere la manna dei 200 miliardi di euro del piano di ripresa e resilienza europeo. Ma la maggioranza è spaccata. È bastato il nuovo annuncio sulla riforma del catasto, piccolo grande classico che va in scena perlomeno dal governo Monti. Anche quell’esecutivo cercava di dare seguito a un orientamento della Commissione Europea che invita a modificare il sistema attuale basato su estimi di 40 anni fa. È bastato un ballon d’essai a fare saltare la Lega sulle barricate. Il passaggio del calcolo in base ai metri quadri e non più secondo i vani dell’immobile «porterebbero ad un aumento indiscriminato dal 30 al 40 per cento delle stesse, che si potrebbe tramutare in aumento corrispondente dell’Imu e Irpef» sostiene Massimo Bitonci (Lega). Il centrodestra sembra compatto: «Nessuna revisione degli estimi catastali. Servono cedolare secca ancora più estesa, immediata proroga del bonus 110% per le ristrutturazioni” (Maurizio Gasparri, Forza Italia). «La Lega è il partito dei palazzinari” ha commentato Nicola Fratoianni (Sinistra Italia). «E della Ztl – haagigunto Stefano Fassina (LeU) – Rideterminare gli estimi catastali è un’operazione di giustizia sociale e di efficienza economica: si potrebbe ridurre il carico sulle famiglie della periferia e recuperare risorse per tagliare il cuneo fiscale».
Un altro motivo, sostanziale, del ripensamento della delega – la si dava oggi in l Consiglio dei ministri, forse ci andrà la prossima – è quello della copertura finanziaria. Come per la riforma degli ammortizzatori sociali, anche in questo caso il ministero delle finanze fa sapere che ci sono pochi denari in cassa. Il fatto lascia perplessi dopo l’alluvione di denari, perlopiù a debito, arrivata durante l’emergenza pandemica ora si ricomincia? Le risorse a disposizione sarebbero più o meno 2,5 miliardi, a parte i 5 già assegnati all’assegno unico familiare che, per essere esecutivo, ha bisogno di un’altra parte della riforma fiscale annunciata, ma in stand-by. E, tra l’altro, avrebbe bisogno di una serie di accorgimenti per risolvere i problemi creati dall’universalismo selettivo con il quale è stato concepito. Sono necessari i fondi per ridisegnare la curva dell’Irpef e dare un sollievo all’unica classe che sembra essere considerata in una società classista: la classe media. L’intervento di alleggerimento del carico fiscale dovrebbe essere fatto sulla forbice dei redditi tra 28 e 55 mila euro, si parla di una riduzione da 5 a 3 aliquote. L’anno prossimo le forze politiche lo passeranno a discutere sulla realizzabilità di tale sistema o sul modo di rimodellare le «tax expenditures», un cospicuo sistema di welfare indiretto adottato spesso per motivi elettorali. E poi rimasto una selva di norme nella quale nessuno ha il coraggio di mettere le mani. I miliardi a disposizione servirebbero anche per il superamento dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Su questo tema, promette battaglia chi da sinistra chiede che i fondi vengano destinati ancora al taglio delle tasse sul lavoro. Fisco, terreno minato.
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