La Resistenza oggi vuol dire combattere ogni giorno il razzismo
La memoria al presente Prima o poi questa assurda alleanza di governo dovrà fare i conti con i valori antifascisti che fondano la Costituzione e la convivenza civile. Il 25 Aprile è la giornata di Liberazione del popolo italiano dal giogo del fascismo e del razzismo, ed è il giorno in cui l’unità dei partigiani e della Resistenza vinse su dittatura, ferocia e razzismo
La memoria al presente Prima o poi questa assurda alleanza di governo dovrà fare i conti con i valori antifascisti che fondano la Costituzione e la convivenza civile. Il 25 Aprile è la giornata di Liberazione del popolo italiano dal giogo del fascismo e del razzismo, ed è il giorno in cui l’unità dei partigiani e della Resistenza vinse su dittatura, ferocia e razzismo
Anche quest’anno, siamo pronti a celebrare degnamente, con impegno e passione, il 25 aprile, Festa della Liberazione. Il corteo che sfilerà per le strade di Milano, in occasione della Manifestazione Nazionale è, simbolicamente, la conclusione dei cortei che in questa giornata sfileranno in tantissime città e paesi italiani. Ma quelle di oggi non sono le uniche iniziative svolte in Italia, anzi sono ormai mesi e mesi che le cittadine e i cittadini scendono in piazza per difendere la Costituzione, la libertà e la democrazia. Mai come quest’anno si è verificata, nelle manifestazioni, una partecipazione così ampia. C’è un popolo in cammino.
È il popolo delle magliette rosse con le partigiane e i partigiani. Il popolo degli operai che, in occasione di questo straordinario 25 aprile, hanno moltiplicato, nelle fabbriche, le celebrazioni in ricordo della lotta di tanti lavoratori che li hanno preceduti e che hanno difeso, spesso sacrificando anche la propria vita, le fabbriche che i nazifascisti volevano distruggere, nella loro risalita verso la ritirata.
E poi ci sono i giovani. Una fitta e bella «brigata» di ragazzi e ragazze, che, a cominciare dalle scuole, hanno voluto conoscere per capire. E con loro abbiamo lavorato assieme a insegnanti consapevoli, per studiare la Costituzione italiana, nata dalla Resistenza, e la storia della Resistenza stessa. E le biografie di tanti giovani come loro, caduti a vent’anni, per dare a tutti noi un tempo di pace e libertà.
Ho ancora negli occhi lo striscione appeso al balcone di una scuola di Prato, in cui gli studenti hanno scritto semplicemente, in risposta ad una manifestazione filofascista, a cui si è ribellata tutta la città: «Abbiamo studiato. Sappiamo cos’è il fascismo». Magnifica semplicità!
È un popolo in cammino quello che abbiamo incontrato e s’illude chi spera di poterlo fermare.
Non ci nascondiamo, però, che, in questo inizio secolo, non poche speranze nate nella Resistenza italiana ed europea, sono state deluse. Tanti sogni di libertà, democrazia e giustizia sociale, sono stati disattesi. La Costituzione Italiana, in tante sue parti importanti, non è stata attuata. Pensiamo, per esempio, all’Art. 3 che vieta ogni forma di discriminazione. In Europa, le logiche e gli interessi finanziari sono spesso prevalsi su quelli dei popoli e sotto questa spinta di errori e tensioni «affaristiche», rischia di soccombere l’intero continente.
Occorre fare in modo che, anche da questo nostro 25 aprile, si alzi forte la voce delle cittadine e dei cittadini, la voce dei popoli, per tornare realmente e concretamente all’idea di Europa che animò il Manifesto di Ventotene. Occorre combattere con decisione il razzismo diffuso a piene mani dal Ministro dell’Interno e difendere la Costituzione pretendendo la sua piena attuazione, non lo stravolgimento. Le modifiche istituzionali proposte da questo Governo sono da respingere perché tendono a contrapporre democrazia diretta a democrazia rappresentativa, col risultato di cancellare l’una e l’altra. Il Parlamento, poi, viene continuamente mortificato: ci si impegni, tutti insieme, in ogni luogo e occasione, a ribadire che la democrazia si realizza e sviluppa nelle aule parlamentari non in televisione, sui social o in riunioni private.
Sotto sotto, ma neppure troppo, si cerca anche di cancellare il 25 aprile come festa nazionale. Ci aveva già provato Berlusconi e dobbiamo, dunque, tenere alta la vigilanza.
Il 25 Aprile è la giornata di Liberazione del popolo italiano dal giogo del fascismo e del razzismo, ed è il giorno in cui l’unità dei partigiani e della Resistenza vinse su dittatura, ferocia e razzismo. Non fu, secondo una misera vulgata, la lotta tra fascismo e comunismo. Non ci faremo trascinare in una inutile e strumentale polemica, ma diciamo a tutti i democratici che per sconfiggere davvero ogni passo indietro, ogni più o meno esplicita tentazione prevaricatrice ed autoritaria, bisogna essere fortemente uniti. C’è una grande differenza tra «predicare» l’unità e praticarla ogni giorno.
Io sono tra coloro che guardano con attenzione e rispetto le dichiarazioni antifasciste del Presidente della Camera Fico, del vice premier Di Maio e di tanti altri. Prima o poi questa assurda alleanza di Governo dovrà fare concretamente i conti con i valori antifascisti che fondano la Costituzione e la convivenza civile. Spetterà sicuramente ad altri trovare soluzioni di Governo dignitose per il nostro Paese nel segno di una effettiva realizzazione degli ideali che mossero i combattenti per la libertà.
L’ANPI non è un partito e mai lo diventerà. Nostro compito è trasmettere memoria e pretendere l’attuazione della Costituzione. E, in ultimo, ma non per ultimo, difendere i diritti dei più deboli. Lo diremo in ogni piazza, via o contrada. Diremo con voce unica: viva il 25 Aprile, viva la Resistenza, viva l’Italia.
* Presidente dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)
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