Visioni

La politica del palcoscenico, l’impronta forte e «trasparente» di Massimo Castri

La politica del palcoscenico, l’impronta forte e «trasparente» di Massimo CastriMassimo Castri – foto Ansa

A teatro Due volumi curati da Andrea Cora e Thea Dellavalle, un lavoro molto ricco e denso che racconta il percorso del grande regista scomparso

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 8 giugno 2024
Sicuramente è una bella sorpresa per lo spettatore l’uscita di un grande libro (per la verità in due pesanti volumi) dove si racconta, puntualmente documentata, l’attività del regista Massimo Castri a Brescia, presso il teatro pubblico. Che si sarebbe chiamato negli anni Centro teatrale Bresciano, ma si chiamava in origine La Loggetta (un nome toponomastico, adottato anni prima da Mina Mezzadri, evidentemente legato alla città, nel bene come in questo caso, malissimo col sanguinoso attentato del 1974 in piazza della Loggia, giusto 50 anni fa). Massimo Castri oggi non si può non considerare, assieme naturalmente a Giorgio Strehler e a...
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