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La minoranza dem: il caso ligure non si può archiviare

La minoranza dem: il caso ligure non si può archiviareSergio Cofferati

Lo scontro Il segretario in direzione: basta tafazzismi, per me finisce qui. Andrea Ranieri: non mi associo ai complimenti. Fassina: problemi politici molto seri. E Civati prevede sorprese

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 17 gennaio 2015

«Per noi finisce qui». Matteo Renzi è fatto così, se decide che un caso è chiuso, è chiuso e gli altri se ne facciano una ragione, «ora per cortesia, basta fare i tafazzi», e quando in Emilia votano in pochi ci si lamenta, e se in Liguria votano in tanti sono troppi, risate in sala, Lella Paita può dirsi soddisfatta.

Ma nella direzione del Pd la vicenda delle primarie liguri non viene archiviata con il verdetto della commissione di garanzia, nonostante il premier segretario nella relazione introduttiva tagli corto assicurando che attorno alla vincitrice «ci sarà tutto il partito ligure e nazionale». Non intende archiviarla Andrea Ranieri. Che prende la parola subito dopo il segretario e sostiene che Paita «difficilmente può essere la candidata del partito». «Non mi associo ai complimenti di Renzi – dice il senatore ligure, civatiano – considero le primarie della Liguria viziate da alcune scorrettezze di fondo che cambiano la natura politica del nostro partito e delle nostre alleanze». Ranieri parla di un« voto strano», ricorda l’invito esplicito a forze del centrodestra a partecipare, e cita in particolare, del centrodestra, alcuni «esponenti di assoluto rilievo provenienti da esperienze un po’ fasciste». E ricorda pure che il portavoce di Paita, il «pop filosofo Simone Regazzoni», presentò un suo libro a Casa Pound «tra gli applausi» e «scrive su Facebook che gli estremisti non vanno arrestati ma sterminati».

Il clima diventa nervoso. A difendere la candidata sponsorizzata da Burlando è allora la ministra Roberta Pinotti, che già era scesa in campo (contro la minoranza dem che contestava gli interventi a gamba tesa degli alfaniani pronti a presentarsi ai gazebo) al grido di «con Ncd governiamo a livello nazionale, Sel è all’opposizione». In direzione Pinotti si indigna: «Il risultato, netto, è stato messo comunque sotto la lente di ingrandimento di una commissione di garanzia. Sono state fatte verifiche puntuali. Che adesso si dica che questo non è valido, proprio non lo concepisco».

Ma nemmeno per Stefano Fassina la questione «può essere archiviata con le congratulazioni alla vincitrice», «è un problema che ha dimensioni più rilevanti di quelli che a Napoli portarono ad annullare il voto» l’allora segretario Bersani. Non solo: « E’ stato detto che in Liguria si riproduceva l’alleanza a livello nazionale, ci sono problemi politici molto seri che vorrei venissero affrontati. Un pezzo importante del nostro elettorato non si riconosce in quel risultato. O riusciamo a convincerlo o potremo avere problemi alle elezioni». E non intende archiviare Nico Stumpo, responsabile organizzazione del Pd (e delle primarie del centrosinistra) con Bersani.

Seccata, interviene la stessa Paita e non sente storie: «Faremmo bene a chiudere questa vicenda con un riconoscimento chiaro e certo. Sono state primarie importanti, in un contesto di assoluta correttezza». Quanto alle contestazioni di Ranieri, «ho un nonno che è stato prigioniero all’epoca dei campi di concentramento, non ti permetto di dire queste cose, io rispetto la tua storia, tu rispetta la mia».

Per Renzi c’è poco da aggiungere. «Spetta al partito ripulire il sistema da imperfezioni e errori. L’offesa è stata arrecata ai cittadini liguri a cui è doveroso chiedere scusa», suggerisce almeno la vicepresidente dell’assemblea Sandra Zampa. E su Fb Pippo Civati scrive: «Domani Cofferati prenderà parola e ho l’impressione che le cose non finiranno così e non finiranno qui». E in casa dem, anche solo per esorcizzarla, torna a risuonare la parola scissione.

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