Rubriche

La messa in pausa della donna

Verità nascoste La rubrica settimanale di Sarantis Thanopulos
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 21 febbraio 2015
Nel suo «Io, Nessuno e Polifemo», messo in scena di recente a Napoli, Emma Dante privilegia un linguaggio «napoletano»: insieme cinico e profondo, sfottente e melanconico. Il suo Ulisse/Nessuno è un guitto avventuriero, farfallone e sciupafemmine che rivendica, nondimeno, la sua fedeltà a Penelope. Mentre lui professa la sua devozione, l’elemento «tragico», che Dante ama, torna in scena. Dal coro di tre donne/marionette, emerge Penelope, nel suo velo/tela di sposa che si srotola sul pavimento. Nel culmine dello sproloquio di Ulisse, il velo diventa sudario che l’avvolge interamente, coprendole la testa. Penelope muore come sposa nel momento in cui come...
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