La domanda «cosa c’è? cosa esiste?» formulata nella nostra lingua, sembra viziata da un pregiudizio ontologico. Altre lingue non si impegnano affatto, circa gli enti che esistono; nel formulare l’interrogativo ontologico, evitano di riferirsi pregiudizialmente a cose; utilizzano termini neutri, più vicini al latino «quid» (per esempio: «what», «qu’est ce», «was»). Analogamente, per allontanare il sospetto di un pregiudizio ontologico, noi dovremmo ogni volta precisare che il termine «cosa» (nell’interrogativo «cosa c’è?») denota un ente generico, sulla natura del quale sospendiamo il giudizio; un ente che potrebbe essere effettivamente un oggetto, ma anche un pensiero, uno stato, un evento, una...