Cultura

La mattanza della Storia nei ricordi e nella pietas di Pintor scrittore

foto di Luigi Pintor nella redazione del manifesto a RomaLuigi Pintor – il manifesto

Una riedizione dei romanzi Quattro libri dallo stile limpido, essenziale: mentre «Servabo» e «La signora Kirchgessner» furono pensati come un romanzo di formazione, nei finali «Il nespolo» e «I luoghi del delitto» prevale la meditazione interiore

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 8 dicembre 2013
L’assoluto, ma sarebbe meglio dire l’origine di un’arte narrativa e insieme il pegno di tutta un’esistenza, è il richiamo al messaggio d’oltretomba che l’allora diciottenne Luigi Pintor (1925-2003) non avrebbe mai voluto ricevere. Si tratta della lettera che suo fratello Giaime gli spedì da partigiano in armi poche ore prima di passare il fronte e di perdere la vita per lo scoppio di una mina a Castelnuovo al Volturno, il 1° dicembre del 1943. In quella lettera, che è il testamento suo e di un’intera generazione, si dice appunto che la guerra, la guerra civile antifascista, ha deciso della vita...
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