Il Riksdag (il parlamento svedese) ha respinto ieri la mozione di sfiducia presentata dalla destra populista dei Sverigedemokraterna (democratici svedesi) contro il ministro socialdemocratico della giustizia e degli affari interni Morgan Johansson.

Secondo il leader di Sverigedemokraterna, Jimmie Akesson, il ministro avrebbe dovuto farsi da parte «in quanto il numero delle sparatorie è in aumento e la Svezia è in mano ai gangster». La mozione, presentata lo scorso giovedì, aveva raccolto il sostegno di tutte le forze di centro destra.

La premier Magdalena Andersson, che guida un esecutivo di minoranza, ha voluto tenere fermo il punto difendendo Johansson e dichiarando che un voto contro il suo ministro avrebbe rappresentato non solo una sfiducia verso il suo governo ma anche «un macigno nel percorso di adesione alla Nato compromettendo l’immagine e la stabilità della Svezia».

Per passare la mozione avrebbe dovuto totalizzare 175 voti ma i Sì si sono fermati a quota 174. A 101 giorni dalle elezioni generali che dovranno decidere il nuovo governo del Regno di Svezia, a salvare il governo è stata l’inaspettata astensione della deputata curdo-iraniana Amineh Kakabaveh, eletta con la sinistra di Vänsterpartiet ed oggi indipendente.

Proprio la deputata curda era stata indicata nella lista delle 33 personalità svedesi che il governo turco considera “terroristi”, da estradare ad Ankara in cambio del via libera di Erdogan all’ingresso della Svezia nella Nato.

Kakabaveh ieri mattina è stata oggetto di un pressing molto forte dalla dirigenza socialdemocratica, che pare abbia dato garanzie di non voler cedere a queste richieste turche, garanzie che, alla fine, hanno portato la deputata progressista a decidere per l’astensione. Salvando così il ministro e il governo.