“La Marcia delle bandiere”. Live da Gerusalemme
Israele La Marcia delle Bandiere ogni anno vuole riaffermare il controllo israeliano anche sulla parte araba della città. Quest'anno la polizia ne ha impedito il passaggio per la Porta di Damasco, simbolo della Gerusalemme palestinese
Israele La Marcia delle Bandiere ogni anno vuole riaffermare il controllo israeliano anche sulla parte araba della città. Quest'anno la polizia ne ha impedito il passaggio per la Porta di Damasco, simbolo della Gerusalemme palestinese
Dall’inizio del mese di Ramadan, a metà aprile, la tensione a Gerusalemme è salita, graduale ma inesorabile. La città si conferma uno dei cuori del conflitto israelo-palestinese e dell’occupazione militare israeliana dei Territori.
La manifestazione in corso oggi, la cosiddetta “Marcia delle Bandiere”, ne è un plastico esempio: decine di migliaia di coloni, religiosi nazionalisti e giovani di estrema destra si danno appuntamento ogni anno nella “giornata della riunificazione”, ovvero il giorno in cui Israele celebra l’occupazione di Gerusalemme est del 1967. Tra canti, slogan e bandiere, la marcia entra nel quartiere musulmano della città vecchia dalla Porta di Damasco, diretta verso la Spianata delle Moschee, un atto da sempre considerato una provocazione politica dai palestinesi gerusalemiti.
A unirsi in queste settimane sono stati due elementi centrali. Da una parte i limiti israeliani, reiterati ogni anno, per i fedeli palestinesi a recarsi nel terzo luogo santo dell’Islam, la moschea di al-Aqsa e la Spianata delle Moschee, al centro di un processo di trasformazione imbastito dalla destra di governo e dal movimento dei coloni che da tempo tenta di modificarne lo status quo per giungere alla ricostruzione del Tempio e al controllo definitivo del luogo sacro.
Dall’altra gli sgomberi in atto nei quartieri palestinesi di Gerusalemme est, parte di una più ampia strategia di colonizzazione dei Territori occupati e della realizzazione del piano della cosiddetta Greater Jerusalem. Alla base c’è il tentativo avviato nel 1967, anno di inizio dell’occupazione militare di Gerusalemme est, Gaza e Cisgiordania, di ridurre al minimo la presenza palestinese nella città santa. Ultimo in ordine di tempo è l’ordine di sgombero che pesa sul quartiere di Sheikh Jarrah – uno degli epicentri del lungo percorso di trasformazione demografica della città – e che vede coinvolte nell’immediato quattro famiglie palestinesi (40 persone, di cui 10 bambini).
In questo caso a premere sono l’organizzazione di coloni Nahalat Shimon che punta all’espulsione di tutti i palestinesi dal quartiere, e il gruppo Ataret Cohanim, ufficialmente un’istituzione religiosa che è però braccio della destra radicale israeliana. Alla base delle loro richieste sta una legge israeliana approvata dopo il 1967 e che permette ai discendenti degli ebrei residenti a Gerusalemme prima del 1948 di rivendicare proprietà da 70 anni casa a famiglie palestinesi rifugiate, private delle loro abitazioni e delle loro terre durante la Nakba e la nascita dello Stato di Israele.
Una legge che è lo specchio della discriminazione legale che opera a Gerusalemme, e non solo: ai palestinesi è infatti applicata un’altra normativa, la legge degli Assenti del 1950, che ha permesso alle autorità israeliane di confiscare proprietà e terre dei rifugiati palestinesi, senza che questi possano rivendicare nulla.
Sgomberi e status di al-Aqsa tornano così ad accendere le tensioni in una città che è per sua stessa natura simbolo della discriminazione in atto nei Territori.
LA CRONACA IN DIRETTA, DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MICHELE GIORGIO IN PIAZZA A GERUSALEMME
Intervista ad Alessandro, ebreo italiano in protesta contro gli sgomberi dei palestinesi a Gerusalemme
Intervista a Mona al Kurd portavoce delle famiglie palestinesi sfrattate da Sheikh Jarrah
Bombardamenti israeliani su Gaza
Questo video ci arriva da Gaza sotto i raid dell’aviazione israeliana. Ne mostriamo solo la prima parte. Oltre all’efferatezza, le immagini sono la prova di un crimine contro i civili: le nove vittime, dai corpi feriti, dilaniati e bruciati sono infatti passanti, giovani uomini, nient’altro….a proposito di diritti umani.
Bombardamenti israeliani a Gaza – (contenuti sensibili) from il manifesto on Vimeo.
Ore 18: Ci sarebbero tre ragazzini uccisi a Gaza da fuoco israeliano
Ore 17.15: allarme razzi a Gerusalemme
Ore 17: immagini dalla piazza
Ore 16.30: l’estrema destra israeliana in corteo
La mobilitazione vuole riaffermare il controllo israeliano su tutta la città, compresa la parte araba
Ore 16: la partenza della Marcia delle bandiere
Alla porta di Damasco inizia una giornata di forte tensione. Il corteo degli ultra nazionalisti israeliani non arriverà qui. La polizia lo ha deviato
Ore 9: Investito un palestinese
Ore 8: Attacco alla moschea di Al Aqsa
PER APPROFONDIRE
- La lunga marcia palestinese, di Michele Giorgio
- La protesta spiazza Abu Mazen, il rinvio del voto ora è un boomerang, di Michele Giorgio
- Una escalation di pulizia etnica, di Zvi Schuldiner
- Su Gerusalemme la Ue si defila, gli Usa stavolta no: «Fermare gli sgomberi», di Chiara Cruciati
- Le confische di case palestinesi incendiano Gerusalemme, di Michele Giorgio
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento