Francesco Bruzzone della Lega ha presentato alla Camera, in Commissione Agricoltura, la proposta di legge 1548 che infrange la «Direttiva Uccelli» della Commissione Ue, riducendo gravemente le tutele per la fauna e regionalizzando il patrimonio collettivo degli animali selvatici. Secondo un cartello di associazioni ecologiste, che ieri sono intervenute sul tema, l’Italia è in mano a «politici irresponsabili che obbediscono ai diktat dei cacciatori». Tra le misure che fanno prevedere una «vera e propria liberalizzazione dell’attività venatoria» ci sono la scelta di emanare il calendario venatorio per legge, impedendo ai cittadini di poter ricorrere; eliminare qualsiasi riferimento al limite della stagione venatoria, così da autorizzare la caccia anche nel delicato mese di febbraio; autorizzare la caccia sette giorni a settimana togliendo il limite di tre giorni e i due giorni di silenzio venatorio.

Ma anche la prevista introduzione di istituti regionali a cui chiedere il parere sulla fauna cacciabili invece che a Ispra, attuando una sorta di autonomia differenziata delle tutele (è un tema caldo per le aggressioni da parte degli orsi). Infine, la scelta di depenalizzare i reati, lasciando la licenza di caccia anche a chi è stato condannato per reati di bracconaggio in periodo di stagione chiusa.

«Dopo la proposta della caccia a 16 anni – dichiarano le associazioni Enpa, Lac, Lav, Leidaa, Lipu-BirdLife Italia, Oipa, Federazione nazionale Pro Natura, WWF Italia – e la relativa marcia indietro, una nuova sconsiderata provocazione giunge dai parlamentari-cacciatori, come appunto il deputato Bruzzone, i cui contenuti sono un campionario di violazioni e irresponsabilità. L’ampliamento della stagione di caccia in periodi rigorosamente vietati dalla Direttiva Uccelli è un attacco sconsiderato alla normativa europea in un momento in cui l’Italia è già sotto inchiesta per lo stesso problema: caccia in periodi in cui deve vigere il rigoroso divieto. Tra i temi più controversi vi è la previsione di un calendario venatorio quinquennale deciso per legge, una proposta già ripetutamente censurata dall’Ue e dai tribunali. Mentre la creazione degli istituti regionali per la fauna selvatica rappresenterebbe «un assurdo logico, scientifico e gestionale».

«In tema di caccia – spiegano le associazioni – l’Italia è da tempo un osservato speciale della Commissione europea, in procinto di attivare una o più procedure di infrazione dopo varie inchieste condotte. Ebbene, nonostante questo, dalla Lega e dai parlamentari filovenatori giunge un segnale offensivo, in contrasto non solo con le esigenze della natura, in tempi di grave crisi ecologica, ma con l’articolo 9 della Costituzione italiana, le normative europee e il buon senso. Il limite di tolleranza è superato ed è davvero necessario che il Governo, a partire dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, si faccia sentire. Dicano se stanno con le leggi e la natura o con l’illegalità e i fucili».