Kamala Harris suscita, a ragione, l’entusiasmo dei democratici ma da oggi al 5 novembre l’attende un percorso di guerra irto di mine, fili spinati e trappole. Mine che potrebbero esplodere in ogni momento e rovesciare una situazione che sembra oggi positiva per lei e Walz. La prima trappola, e di gran lunga più pericolosa, si chiama Benjamin Netanyahu. Il primo ministro israeliano non fa mistero di suoi obiettivi: mantenere il suo Paese in stato di guerra non solo contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania ma anche con Hezbollah in Libano e, se si presenterà l’occasione, con l’Iran, dopo...