La guerra contro Boko Haram scuote anche Camerun e Ciad
Nigeria La Francia chiede ai paesi confinanti di mobilitare truppe contro il gruppo jihadista. Nuove testimonianze sul massacro di Baga. Ma a Abuja pensano solo alle presidenziali
Nigeria La Francia chiede ai paesi confinanti di mobilitare truppe contro il gruppo jihadista. Nuove testimonianze sul massacro di Baga. Ma a Abuja pensano solo alle presidenziali
Nuovi segnali di estensione del conflitto scatenato da Boko Haram nel nord-est della Nigeria, con sempre più frequenti sconfinamenti. L’ultimo, culminato nell’assalto a una guarnigione militare di Kolofata, al di là del confine con il Camerun, ha provocato una violenta battaglia tra soldati camerunesi e jihadisti, con un bilancio finale (fonte le autorità del Camerun) di 143 miliziani e un soldato uccisi.
Resta invece incerto il bilancio degli attacchi lanciati da Boko Haram nelle città nigeriane di Baga e Doro Gowon tra il 3 e il 7 gennaio scorsi. Sul terreno non ci sono giornalisti né fonti indipendenti e le uniche immagini disponibili sono foto satellitari. Come quelle mostrate giovedì da Amnesty International, che illustrano in modo eloquente l’entità delle distruzioni. Nuove testimonanze di sopravvissuti raccontano di uccisioni indiscriminate, donne e bambini compresi, di saccheggi, centinaia di case e di negozi dati alle fiamme, decine di fuggiaschi annegati nel lago Ciad nel tentativo di mettersi in salvo sull’isola di Kangala. Sulla base di analoghe testimonianze la Bbc ha diffuso nei giorni scorsi la cifra ipotetica di 2 mila morti. E voci vicine al governo locale definiscono Baga una città che «non esiste più». Ma non aiutano a fare chiarezza le immagini circolate in rete con l’intento di denunciare il massacro, visto che in realtà si riferivano a corpi straziati dopo l’esplosione di un’autocisterna nella Repubblica democratica del Congo. L’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni unite comunica però che sono 13 mila i profughi approdati in Ciad nelle ultime due settimane, tutti provenienti da Baga (10 mila abitanti censiti) e dai villaggi circostanti.
Uno degli obiettivi di quello che se confermato nelle sue proporzioni ed effetti sarebbe l’attacco più sanguinoso nella storia di Boko Haram, era una base militare multinazionale alla periferia di Doro Gowon. All’interno c’erano solo soldati nigeriani, che hanno provato a resistere ma sono stati infine costretti alla fuga. In teoria la base doveva ospitare anche truppe del Ciad, del Niger e del Camerun.
E proprio dal Camerun è arrivata ieri, dopo l’ultimo sconfinamento, la notizia che anche il Ciad intensificherà gli sforzi (ovvero invierà più truppe) per contrastare l’offensiva di Boko Haram. È una richiesta precisa della Francia, sempre più protagonista anche in questa zona dell’Africa occidentale, che appunto invita Ciad, Niger, Camerun e Nigeria a schierare sui confini una forza di 700 soldati ciascuno. L’impotenza dell’esercito nigeriano di fronte ai miliziani islamisti è ormai evidente a tutti. Per i paesi confinanti, sostenuti da Parigi, il gigante nigeriano, con una classe politica molto più concentrata sulle imminenti elezioni presidenziali che sulla guerra contro Boko Haram, è un vicino sempre più ingombrante.
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