Comunque vada a finire questo vertice più penoso che “storico” ne emerge la durezza del blocco che impedisce ogni decisivo approfondimento del processo di integrazione europea. Certo, in conseguenza di un’emergenza generale, questa sì davvero “storica”, si è accettato di contrarre un debito comune per fronteggiare le conseguenze di una crisi dalla quale nessuno uscirà indenne. E, tuttavia, il “freno di emergenza” offerto al quartetto degli “avari” guidati dall’olandese Rutte, è il dispositivo che massimamente rappresenta l’impasse, teorica e pratica, dell’Unione europea. Un singolo stato potrà rinviare il piano di spesa di un altro paese al giudizio di Ecofin (il...