La Corte suprema Usa non ferma la legge anti-aborto terapeutico
Stati uniti La Corte Suprema americana ha rifiutato di rivedere una legge dell’Arkansas che imporrebbe restrizioni all’uso delle pillole abortive, aprendo la strada all’entrata in vigore della misura anti- abortista e contro […]
Stati uniti La Corte Suprema americana ha rifiutato di rivedere una legge dell’Arkansas che imporrebbe restrizioni all’uso delle pillole abortive, aprendo la strada all’entrata in vigore della misura anti- abortista e contro […]
La Corte Suprema americana ha rifiutato di rivedere una legge dell’Arkansas che imporrebbe restrizioni all’uso delle pillole abortive, aprendo la strada all’entrata in vigore della misura anti- abortista e contro la possibilità di abortire con l’utilizzo di farmaci.
SI TRATTA DI UNA LEGGE del 2015 che richiede ai medici – che forniscono aborti farmacologici – di avere un contratto anche con un altro medico che ha privilegi di ammissione ospedaliera. I sostenitori della legge dicono che il provvedimento tutelerebbe la salute delle donne in quanto assicura, se necessario- i trattamenti che sono richiesti. Secondo la rete di consultori che praticano aborti «Planned Parenthood», invece, questa decisione costituirebbe una complicazione inutile e incostituzionale, che serve solo a rendere più difficile interrompere una gravidanza. Per questi motivi è stato deciso di fare causa per bloccare la legge.
IL CASO è arrivato così ai giudici della Corte suprema: per loro la legge può entrare in vigore mentre si fa strada attraverso una corte inferiore. Come è consuetudine, la Corte non ha fornito una spiegazione sul motivo per cui ha rifiutato di ascoltare l’appello proposto da «Planned Parenthood», che ha ricordato che questa legge renderebbe l’Arkansas l’unico Stato americano a vietare efficacemente gli aborti meno invasivi per le donne, quelli indotti dai farmaci.
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