La Corte dei Conti indaga sulle cene di Renzi sindaco

Un atto dovuto- viene spiegato – per valutare quanto le affermazioni siano circostanziate. La procura della Corte dei Conti della Toscana ha deciso di aprire un fascicolo su quanto raccontato dal ristoratore fiorentino Lino Amantini in un’intervista al «Fatto Quotidiano» di domenica, titolo: «Renzi era sempre qui, fatturavo al Comune». I magistrati contabili intendono chiarire se le presunte spese dell’allora sindaco siano state sostenute al di fuori dei fini istituzionali (il ristoratore ha fatto riferimento a cene con amici e familiari) e potrebbero chiedere a palazzo Vecchio l’elenco delle spese di Renzi. Che domenica aveva inviato sms al «Fatto» negando la ricostruzione del ristoratore. Quest’ultimo ieri, tempestato dai cronisti, ha negato di aver detto «quello che mi hanno fatto dire». Mentre «Il Fatto» conferma tutto.

Dall’entourage di Renzi si sostiene che «le spese di rappresentanza» sostenute quando il premier era presidente della Provincia e sindaco di Firenze «sono documentate al dettaglio e già analizzate da diversi livelli di controllo. Sono state assunte per finalità istituzionali in conformità alle leggi e ai regolamenti e inviate ogni anno alla Corte dei Conti» e le informazioni «rese disponibili on line». Ma Tommaso Grassi, capogruppo di «Firenze riparte a sinistra», ha chiesto lumi al sindaco Dario Nardella perché Renzi ha detto di aver messo gli scontrini online, ma «noi non ne abbiamo trovato uno, salvo qualche generica indicazione di spesa. Io, che già ero consigliere con Renzi sindaco, ho chiesto per quattro volte copia di questa documentazione, ma mi è stata sempre negata».