La comunità indiana si mobilita per Satman
Campagna d'Italia Alcune migliaia di persone sfilano a Latina con la Cisl e la Uil. La Cgil e le associazioni della società civile non partecipano
Campagna d'Italia Alcune migliaia di persone sfilano a Latina con la Cisl e la Uil. La Cgil e le associazioni della società civile non partecipano
Alle tre del pomeriggio, il piazzale assolato delle autolinee a Latina si riempie di indiani sikh che arrivano a piedi, in gruppi, con i bus da Aprilia e Cisterna, da Sabaudia e Terracina, o da soli con le biciclette che utilizzano per andare al lavoro. La comunità indiana del Lazio si è mobilitata in massa per ricordare Satnam Singh, il loro concittadino lasciato morire «anche dissanguato», come si legge nell’autopsia dei medici dell’ospedale San Camillo di Roma, dopo che un macchinario avvolgi-plastica gli ha tranciato il braccio e schiacciato le gambe. Per questo, pronti a sfilare fino a piazza della Libertà ci sono non solo i giovani lavoratori delle campagne ma intere famiglie e i più anziani con il turbante e le barbe bianche.
Dove sono i 200 milioni del Pnrr per superare i ghetti? A Latina spettano quasi 4 milioni e 400 mila euro: dove sono, come verranno spesi, con quali tempi? Onofrio Rota (Cisl)
LA PIAZZA È SOPRATTUTTO loro, con le bandiere azzurre della comunità indiana insieme a quelle della Cisl e della Uil consegnate quasi a ogni migrante, mentre la Flai Cgil, che ha organizzato la manifestazione di sabato scorso, in piazza non è fatta vedere. Fai Cisl e Uila hanno anche proclamato otto ore di sciopero dei braccianti e le aziende agricole, questa volta, non si sono opposte.
DAL CAMIONCINO che apre il corteo parlano solo i rappresentanti della comunità indiana, in punjabi per farsi capire dalla loro gente piuttosto che dai politici o dai giornalisti italiani. Tra questi c’è Ranjeet Singh, un lavoratore dell’azienda in cui è avvenuto l’incidente, anche lui impiegato al nero. «Ho sentito le urla del datore di lavoro e di Satnam: sono corso e l’ho visto incastrato sotto il macchinario senza un braccio. Tutti chiedevamo al datore di lavoro di chiamare i soccorsi ma lui diceva che era morto e non c’era più niente da fare». Poi lo ha caricato su un furgoncino, con il braccio amputato in una cassetta degli ortaggi, e lo ha scaricato davanti alla casa in cui alloggiava con la moglie Sony. Solo allora dei vicini di casa hanno chiamato il 118, perdendo due ore forse decisive per provare a salvare Satnam.
A DIFFERENZA della manifestazione di sabato, a cui hanno partecipato molti politici dell’opposizione, dalla segretaria del Pd Elly Schlein a Nicola Fratoianni di Avs, in corteo l’unica parlamentare presente è Annamaria Furlan, che è una senatrice del Pd ma anche l’ex segretaria generale della Cisl. Furlan annuncia una battaglia «per approvare una legge contro il caporalato, ma serve un impegno strutturale, con norme adeguate e soprattutto risorse per aumentare il numero degli ispettori del lavoro».
Non ci sono neppure alcune associazioni, come Legambiente e Libera, che hanno partecipato alla manifestazione di sabato della Cgil. C’è invece una delegazione di Coldiretti, che ha molte aziende associate nell’agro pontino. L’associazione ricorda di aver sostenuto la legge contro il caporalato e dice di essere «pronta a dare il proprio contributo nel dialogo con il governo e con i sindacati».
IN UNA SETTIMANA, a Latina non si è visto nessun esponente del governo e neppure della maggioranza che lo sostiene, nonostante l’agro pontino sia un serbatoio di voti importante per la destra, in particolare per Fratelli d’Italia. Nonostante la gravità del caso e il profondo impatto che ha avuto sull’opinione pubblica per la sua efferatezza, non sono venuti né Giorgia Meloni, che a Latina fu eletta alla Camera dei deputati nel 2018, né il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e del Lavoro Marina Elvira Calderone, che hanno preferito incontrare i sindacati a Roma. Non si è vista né sentita neppure la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo, anche lei di Fratelli d’Italia ed eletta nel collegio di Latina, che si è occupata di agromafie. Solo un militante solitario della Lega si è presentato con una bandiera del partito, ma la Digos è intervenuta per fargliela abbassare, considerandola una provocazione.
DAL PALCO IN PIAZZA della Libertà parlano i rappresentanti di Cisl e Uil. Il segretario della Fai Cisl Onofrio Rota chiede al governo un «cronoprogramma per fare alcune cose con tempi certi», come il superamento dei decreti flussi, la revisione della legge Bossi-Fini, la decontribuzione per le imprese che si iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità e il coinvolgimento degli enti bilaterali nel reperimento della manodopera. «Dove sono i 200 milioni del Pnrr programmati per superare i ghetti? A Latina spettano quasi quattro milioni e 400 mila euro: dove sono, come verranno spesi, con quali tempi? Noi a tutto questo dobbiamo avere risposte», dice.
LO SPEZZONE del sindacato di base Usb, dove ci sono anche molti studenti e i lavoratori indiani licenziati dalla Prosus di Cremona – un’azienda di macellazione di suini – per protesta lascia la piazza, accusando i sindacati di «complicità» con il governo e con le aziende. «Ci ha dato fastidio l’invito ai lavoratori indiani a imparare l’italiano, mentre un sindacato dovrebbe chiedere ai nostri politici il rispetto di regole che garantiscano i diritti a tutti», spiegano. Come misura per arginare il caporalato, l’Usb chiede di riaprire le agenzie di collocamento pubbliche, in modo da impedire l’intermediazione privata tra datori di lavoro e lavoratori.
AL TERMINE della manifestazione, la comunità indiana consegna al prefetto una lettera in cui denuncia «tutto quello che succede ogni giorno per cercare di arrivare, una volta per tutte, al punto in cui queste cose non accadano più».
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