Dopo la giornata dell’orgoglio pro-Decaro di sabato, con 15 mila persone scese in piazza «a difesa di di Bari», la destra è tornata all’attacco, complice anche la battuta infelice di Michele Emiliano sulla visita in compagnia del sindaco a casa della sorella del boss Capriati.

DOMANI, SU proposta della maggioranza, l’ufficio di presidenza della Commissione parlamentare antimafia dovrà decidere se e come audire il presidente della Regione Puglia assieme a Decaro. E ieri si è schierata anche Giorgia Meloni. «Le accuse rivolte al ministro Piantedosi sono francamente vergognose – ha fatto sapere la presidente del consiglio – Penso che il ministro abbia agito correttamente. L’accesso ispettivo che è stato disposto dal Viminale non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento dell’amministrazione: è una verifica che va fatta. Ed è esattamente la stessa misura che sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro comune». Il centrodestra respinge anche l’accusa sulle manovre antimafia animate da interessi elettorali: «Le accuse di utilizzare politicamente queste misure le reinvio al mittente – prosegue Meloni – Noi non abbiamo fatto nessuna forzatura. Avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo».

EMILIANO ha nel frattempo tenuto il punto sulle sue frequentazioni baresi: ha detto che non averebbe potuto denunciare in procura nulla di particolarmente rilevante sulla faccenda e ha sostenuto che, pensandoci bene, forse Decaro non era presente quando andò a parlare con la parente del capomafia. Le polemiche scatenate dalle sue dichiarazioni sono state corroborate anche da una foto che ritrae proprio Decaro assieme alla sorella del boss barese, divulgata da alcuni giornali vicini al centrodestra. «Stamattina mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali accostati al termine mafia – si difende – Mi sono chiesto chi fossero le due donne nella foto. Le donne nella foto sono estranee alle attività del clan». Ma Nichi Vendola, già presidente della Regione, solidarizza con Decaro e stigmatizza la disinvoltura di Emiliano.

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QUANTO ALLE FOTO, è bastata una rapida verifica per appurare che le persone che compaiono accanto al sindaco non hanno nulla a che vedere con l’episodio (smentito dallo stesso Decaro) narrato da Emiliano. Decaro proprio ieri ha annunciato con una diretta via social l’arrivo nel capoluogo pugliese della commissione d’accesso che deve valutare sull’infiltrazione della criminalità organizzata e sull’eventuale scioglimento dell’amministrazionein seguito all’inchiesta della Dda che ha portato 130 arresti, ha svelato casi di voto di scambio politico-mafioso e ipotizzato il fatto che i clan di pilotassero le assunzioni nell’azienda municipalizzata del trasporto pubblico Amtab. I commissari hanno incontrato il segretario generale e poi il sindaco che ha garantito «la massima collaborazione» degli uffici.

SARÀ UNA procedura lunga, che incombe al termine della consiliatura. Da qui i sospetti del Pd che si tratti di un’operazione pretestuosa. Di più: che tutta questa vicenda sia stata gonfiata dalla destra anche per nascondere gli imbarazzi per l’indagine che coinvolge la ministra Daniela Santanché. «Alle accuse della destra a Decaro ha risposto la città che si è riversata in piazza – è la linea che trapela dal Nazareno – Per coprire i loro fallimenti usano diversivi e gettano la palla in tribuna ma è un gioco che non può durare all’infinito, le persone se ne accorgono che le loro condizioni di vita peggiorano». E questa volta è d’accordo anche Giuseppe Conte, che definisce «strumentali» le prese di posizione del centrodestra. «Se hanno a cuore il tema della legalità e dell’etica pubblica, provvedano a richiedere le immediate dimissioni di Santanché e a ottenere quelle di Delmastro – dice il leader del Movimento 5 Stelle – La prima si è resa responsabile di fatti gravi e circostanziati, il secondo si è reso responsabile di un accesso abusivo a delle informazioni riservate, divulgandole poi per fini di lotta politica».